Perde quasi 4mila euro per un gol valido annullato: da Perugia chiama in causa la “sua” Juve

Il Var in Juve-Salernitana del settembre 2022
PERUGIA - Un gol annullato gli ha fatto perdere quasi quattromila euro di scommesse. Gol unanimemente considerato valido, ma che per un «marchiano errore» del Var...

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PERUGIA - Un gol annullato gli ha fatto perdere quasi quattromila euro di scommesse. Gol unanimemente considerato valido, ma che per un «marchiano errore» del Var ha reso inutile la cavalcata della Juventus che, da due reti sotto, aveva segnato in rimonta la terza con una rasoiata di Milik. E adesso, dopo aver chiesto il risarcimento alla Lega di Serie A, dovrà portare in un'aula di tribunale la Vecchia signora. Un continuo paradosso, questa storia, considerando che lui – avvocato con la passione per calcio, codici e scommesse – è pure juventino: un attaccamento alla maglia che non impedirà a Fabio Garzi di chiamare in causa la società bianconera e pure l'Associazione italiana arbitri.

È la novità del procedimento che dal 2022 si sta discutendo davanti al giudice di pace Cristiana Cristiani, davanti alla quale Garzi, assistito dai colleghi Andrea Colavita e Lisa Taschini, ha portato la Lega, per quello definito come «un errore gravemente colpevole e determinante», «addebitabile ad una chiara responsabilità», che ha portato a un «danno ingiusto consistente nella perdita della chance di realizzare una consistente vincita economica».
La storia è nota: Juventus-Salernitana, 11 settembre 2022. I padroni di casa sono sotto di due gol, non capitava da 18 anni. Poi Bremer e Bonucci salvano la faccia alla Vecchia signora e Milik al novantaquattresimo buca le mani al portiere campano. Tre a due, la Juve vince e anche Garzi, ma la gioia a Torino come a Perugia dura poco: tre minuti. Il tempo che ci mette l'arbitro Marcenaro a interrogare il Var e a decidere: Bonucci è in traiettoria e in fuorigioco, il gol è annullato.


Ma sui social e poi su giornali e tv la realtà riconosciuta sarà un'altra: la rete è validissima. A tenere in gioco quella palla è stato Candreva. Un errore del Var, dipeso - si spiegherà – dalla mancanza di una telecamera a riprendere la traiettoria corretta. «Carenze tecniche ed organizzative» per cui Garzi vuole avere la ragione sulla Lega, che però ha sottoposto due eccezioni alla giudice Cristiani. Una considerata da rigettare (il difetto di giurisdizione), l'altra invece da accogliere: la giudice ha infatti ritenuto plausibile la carenza di legittimazione passiva, chiamando in causa – come richiesto dalla Lega – sia la Juve che l'Aia. Quindi sia gli arbitri che la padrona di casa che, seppur non organizzatrice dell'evento sportivo/campionato, è considerata soggetto ospitante del singolo evento, in capo al quale potrebbe (in astratto, allo stato) riconoscersi qualche responsabilità. Quindi Garzi chiama in campo la sua squadra del cuore anche se, dopo una vita di passione bianconera, giocheranno nelle due aree opposte: prossima partita ad aprile. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero