Peppone va in aiuto di don Camillo ​Il sindaco di Trevi sulle barricate: «Non chiudete il convento»

Peppone va in aiuto di don Camillo Il sindaco di Trevi sulle barricate: «Non chiudete il convento»
TREVI - «Non chiudete il Convento di San Martino e non trasferite i frati». Sembra una storia d’altri tempi, e di fatto per molti versi lo è, ed ha pure...

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TREVI - «Non chiudete il Convento di San Martino e non trasferite i frati». Sembra una storia d’altri tempi, e di fatto per molti versi lo è, ed ha pure toni che richiamano Peppone che difende don Camillo. Il Convento, infatti, ospita i frati dal 1400 e dopo 617 sembra rischiare le chiusura. A prendere fermamente posizione come novello Peppone, è il sindaco di Trevi, Bernardino Sperandio. «La notizia - è stato spiegato - , che desta stupore e rammarico in paese, circola da poche ore. La chiusura del  convento di San Martino e trasferimento dei frati, rientrerebbe tra le decisioni prese dal Provinciale». «Siamo pronti - dice il sindaco Sperandio - a compiere ogni azione utile affinché i frati restino qui ed il convento non chiuda. E’ bene sottolineare che le attività svolte sono tantissime, un laboratorio di idee sempre attivo in grado di raccogliere e far avvicinare non solo i fedeli». Il convento, come ricorda il sindaco, ospita i frati dal 1400 che  rappresentano un punto di riferimento importante. «In paesi piccoli come il nostro - prosegue - avere un luogo di aggregazione, confronto e crescita, soprattutto per i più giovani è fondamentale. Attorno ai frati, vive una realtà associativa importante, mi riferisco all’Oratorio dei Santi Angeli e Custodi che nel periodo estivo conta 160 ragazzi dai 6 ai 16 anni . I frati hanno saputo accogliere fraternamente non solo i giovani ma i malati ,gli anziani e le famiglie bisognose del territorio, e grazie al loro aiuto  le Parrocchie dei Santi Antonino e Clemente oggi sono unite».

Il sindaco è categorico: «Non possiamo permettere assolutamente che il convento chiuda. Non intendiamo accettare, senza muovere un dito e senza cercare una soluzione alternativa, una decisione che pesa come un macigno sulla nostra comunità». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero