Pensionato ternano fa arrestare usuraio Si era rivolto allo strozzino per un funerale

Pensionato ternano fa arrestare usuraio Si era rivolto allo strozzino per un funerale
TERNI Terrorizzato e prostrato dalla pretesa di restituire il doppio della cifra avuta in prestito trovò la forza di denunciare i suoi usurai. Che otto mesi fa furono...

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TERNI Terrorizzato e prostrato dalla pretesa di restituire il doppio della cifra avuta in prestito trovò la forza di denunciare i suoi usurai. Che otto mesi fa furono arrestati dalla squadra mobile mentre uno dei due incassava la somma da riscuotere. Il primo a pagare il conto con la giustizia è un romano di 48 anni, che doveva rispondere di usura e della detenzione di un etto di cocaina e una modica quantità di hashish. L’uomo, tossicodipendente, difeso dagli avvocati Francesco Mattiangeli e Fabio Massimo Guaitoli, ha scelto il rito abbreviato. Il giudice, Dorita Fratini, l’ha condannato a due anni di reclusione per essere stato preso con le mani del sacco mentre riceveva il denaro per conto di un suo amico, un 31enne ternano la cui posizione è ancora al vaglio della procura. Altri quattro anni e otto mesi di carcere gli sono stati inflitti per il possesso degli stupefacenti, che sul mercato avrebbero fruttato 11 mila euro. La vittima dell’usura è un pensionato ternano che, per pagare il funerale di sua madre, si rivolse al 31enne, vicino di casa. Di lui si fidava perché l’ha visto crescere. 


A riscuotere le somme il 48enne ora condannato che, per incassare la quota mensile, non esitò a raggiungere l’ospedale dove il pensionato era stato ricoverato dopo aver avuto un infarto. Nel corso del processo l’avvocato della vittima, Bruno Capaldini, sottolineerà le difficoltà dell’uomo nel chiedere i soldi alla famiglia. «Io non voglio 3.600 euro dilazionate in 12 mesi, io voglio 3600 euro adesso - insisterà quello che pensava fosse un amico - i soldi me li devi dare subito. Se non ce l’hai, io metto l’assegno all’incasso e ti faccio passare i guai». 

Il pm, Matthias Viggiano, stimerà un tasso usurario del 190 per cento. Quel circolo vizioso lo interrompe la polizia a febbraio, col blitz andato in scena nel momento in cui il 48enne romano prese in mano le banconote consegnate dalla vittima. «Una vicenda triste - dice l’avvocato Capaldini - resa ancor più pesante da un reato odioso nei confronti di persona in difficoltà nella vita e finanziaria. Questa vicenda fa riflettere sulla condizione di tantissimi cittadini, che in questo momento rischiano di diventare facili prede dell’usura. Un campanello d’allarme per situazioni di marginalità e difficoltà molto diffuse. Noi trovammo il coraggio di denunciare - aggiunge - ma questo tipo di reati rischiano di restare celati dalla vergogna delle vittime».

 

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Il Messaggero