Sono trascorsi quasi 10 anni dalla nascita del Partito Democratico e, quindi, il progetto e l’ispirazione di base devono essere ricalibrati, considerati i cambiamenti...
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Pd che, per evitare l’autodistruzione, deve chiudere la stagione del logorio interno e far prevalere l’unità e non la divisione. Intanto, è necessario affrontare, con particolare attenzione, la situazione creata dall’esito del referendum del 4 dicembre scorso. I cittadini hanno espresso la loro volontà e le Province restano soggetti inquadrati nell’ordinamento costituzionale. In questi anni si è registrato un percorso di riordino di funzioni e di collocamento del personale ma ora è arrivato il momento di far sì che questa istituzione torni a svolgere una funzione di coordinamento degli enti locali - una sorta di “Casa dei Comuni” – che hanno necessità di rafforzarsi e di esercitare un ruolo in cui ci sia maggiore capacità di incidere su tanti temi come rifiuti, sanità e sociale. In questo modo affidarsi ad un unico livello istituzionale può rendere più efficacia l’azione delle singole amministrazioni. D’altro canto l’Umbria deve proseguire nell’ammodernamento infrastrutturale. Dopo passaggi importanti come la realizzazione della nuova strada statale 77, c’è da completare questo processo. Non è più rinviabile lo sbocco della strada delle 3 valli sulla E45. Per quanto riguarda i collegamenti ferroviari, diventa obbligatorio un collegamento con l’alta velocità, attraverso la velocizzazione della Foligno-Terontola, oltre a procedere al completamento del raddoppio della Orte-Falconara. Continuare le discussioni sulla fantomatica modifica del tracciato, fa ottenere un unico risultato: far perdere solo tempo all’Umbria. Un altro tassello importante della modernizzazione - che deve vedere il Pd protagonista – è la semplificazione burocratica. Non si può far girare i cittadini tra diversi enti, con tempi infiniti, per ottenere un parere. Bisogna fare di più e meglio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero