Pd, al via la guerra della primarie per la Regione

Pd, al via la guerra della primarie per la Regione
PERUGIA Direzione A-R. Andata e ritorno? No. Ascani e Riommi, i due che meritano la citazione nella soporosa mattina della riunione al Park hotel. Il tema in sala è uno soltanto:...

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PERUGIA Direzione A-R. Andata e ritorno? No. Ascani e Riommi, i due che meritano la citazione nella soporosa mattina della riunione al Park hotel. Il tema in sala è uno soltanto: si faranno le primarie per decidere il candidato presidente alle prossime elezioni regionali? La giovane deputata Anna non si candida a salire sul rogo perchè, per altro, viene dall’Altotevere e non da Orleans come la più nota “pulzella”, e quindi non chiede di andare alle primarie ma certo taglia e cuce più di tutte le sorelle Fontana assieme. Segna col gesso sulla stoffa e tira la riga: «Le primarie sono nel nostro Statuto e sono una caratteristica vincente del nostro partito». E giù una forbiciata: «E’ curioso che i renziani della prima ora che le volevano anche per il condominio, ora se ne siano dimenticati». La prima è secca ma la seconda è anche velenosa: «Sarà che già girano i nomi degli assessori in pectore con relativa delega». La deputata Anna finisce con due punti di cucito: «La nostra assemblea regionale non potrà non prendere una decisione, dopo approfondito dibattito, e stabilire se sono utili le primarie per rafforzare il partito e non rischiare di perdere». Appuntamento quindi al pomeriggio del 15 novembre, quando il luogo sarà quello giusto e deputato alle grandi scelte. Potrebbe anche non succedere alcunchè, ma intanto, fin da ora, non si può far finta di niente, perchè sulla scacchiera il movimento di fanti e cavalli è già evidente. Ampio e maestoso quello di ieri dell’alfiere Vincenzo Riommi che sfiora la Regina-presidente: «Non dobbiamo avere fretta - comincia partendo da lontano - perchè un dibattito superficiale non ce lo possiamo permettere. Abbiamo perso tre città, Perugia, Spoleto e Gubbio, per non approfondire le diverse situazioni», dice sorprendendo.


Nel mentre tutti si studiano e nessuno si vuole impegnare sul terreno del confronto su primarie e prossima guida della Regione, al segretario Giacomo Leonelli non resta che buttarla in poesia: «Siamo crisalide - afferma - dobbiamo ora trasformarci in farfalla», dice, un po’ Ovidio e un po’ Kafka, riferendosi alla metamorfosi in atto del Partito democratico. Ed già lì che vola alto, altissimo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero