«Parziale e poco approfondita l’analisi di Federalberghi Umbria sul turismo». Pronta la risposta della sindaca di Orvieto

«Parziale e poco approfondita l’analisi di Federalberghi Umbria sul turismo». Pronta la risposta della sindaca di Orvieto
«Parziale e poco approfondita è l’analisi di Federalberghi Umbria sul turismo a Orvieto che rischia di dare un’immagine distorta e assolutamente non...

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«Parziale e poco approfondita è l’analisi di Federalberghi Umbria sul turismo a Orvieto che rischia di dare un’immagine distorta e assolutamente non veritiera dei risultati raggiunti dalla città nel periodo post pandemia». Questa la risposta della sindaca e assessora al Turismo del comune di Orvieto, Roberta Tardani, nei confronti del resoconto che Confcommercio ha diffuso ieri in merito all'incontro avvenuto nei giorni scorsi tra l’amministrazione comunale e il presidente di Federalberghi Umbria, Simone Fittuccia, il presidente Federalberghi della provincia di Terni, Stefano Martucci, e i responsabili per l’Orvietano Paola Achilli e Giuseppe Santi.

«Il turismo orvietano – così la nota Federalberghi Umbria - ha perso negli ultimi due anni il 35% degli arrivi e il 30,3% delle presenze: una situazione perfino più pesante della media regionale che ha comunque registrato un -30,8% degli arrivi e -23,8% delle presenze. Il dato relativo al settore alberghiero è ancora più drammatico: -46,5% degli arrivi e -42,6% delle presenze, contro una media regionale di -37,2% degli arrivi e -29,7% delle presenze. Dopo due anni di pandemia – spiega Fittuccia - i problemi per le imprese che vivono di turismo e in particolare per le imprese ricettive sono molti. Recuperare il mercato estero non sarà assolutamente facile».

Pronta la risposta di Tardani: «I dati diffusi da Federalberghi sul movimento turistico nel territorio orvietano negli ultimi due anni – spiega – si limitano a riportare nudo e crudo il calo complessivo degli arrivi e delle presenze italiane e straniere registrato dalle statistiche della Regione Umbria senza tenere conto di quanto la pandemia abbia condizionato i flussi turistici provenienti dall’Estero. Ogni tipo di analisi che possa fornire una fotografia veritiera della situazione attuale, e sulla quale misurare i risultati del lavoro fatto dalla città in questi due anni, non può che partire da queste premesse. Prendendo in considerazione le stesse statistiche regionali riferite al turismo italiano nell’unico periodo confrontabile del 2021, ovvero il secondo semestre, a giugno 2021 il comprensorio Orvietano è stato l’unico insieme al Trasimeno a far registrare un segno positivo rispetto al 2019 mentre tra luglio e ottobre l’aumento percentuale su arrivi e presenze va dal 48 al 63% rispetto al 2019, contendendosi alternativamente con Todi il dato migliore dell’Umbria. Il Pozzo di San Patrizio, da sempre ‘termometro’ dei flussi in città, dal 1 giugno al 31 dicembre, ha fatto registrare nel 2021 167.481 contro i 132.684 del 2019 con un incremento del 26% e punte fino al 40% in più nel periodo estivo. E’ evidente – prosegue la sindaca – come il calo delle presenze straniere in questi due anni sia stato pesantissimo ma limitarsi a citare il dato complessivo per giustificare la contrarietà alla realizzazione di un nuovo albergo nel centro storico è riduttivo e fuorviante».

Federalberghi aveva espresso parere negativo alla riconversione dell’ex caserma Piave in struttura alberghiera: «Nel centro storico, negli ultimi anni – aveva dichiarato Fittuccia - hanno chiuso due alberghi, non ci sembrano percorribili progetti come quello della riconversione dell’ex Caserma Piave in struttura alberghiera».

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Il Messaggero