L’area verde delle Grazie diventa anche un “Parco della legalità”, per consentire a detenuti della casa circondariale che si trovino nelle condizioni di...
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«L’iistituto della messa alla prova, intervenendo nella fase processuale precedente alla sentenza, consente all'imputato di richiedere ed ottenere l'estinzione del reato (nel caso di un esito positivo della prova), attraverso lo svolgimento di un programma di trattamento elaborato d'intesa con l'Ufficio Esecuzione Penale Esterna (UEPE) e recepito dal giudice nell'ordinanza di sospensione del processo», viene spiegato nel testo della delibera.
«Dalla stipula delle due convenzioni e dalla proficua collaborazione con l’UEPE – aggiunge l’assessore Cristiano Ceccotti - è inoltre nata la volontà di aderire al progetto “Communitas: un orto, un sentiero, un giardino” proposto dall’UEPE stesso con l’obiettivo di realizzare nell’ambito del parco “Le Grazie” basso, il “Parco della legalità” con lo scopo di stimolare la partecipazione attiva della comunità e dei soggetti in esecuzione, favorendo altresì il buon esito sia delle misure alternative che rieducative».
Il progetto del Parco della legalità mira a coniugare non solo l’attività di recupero lavorativo di detenuti giudicati non pericolosi, ma anche - attraverso la sensibilizzazione dei cittadini - a favorire l’innalzamento del senso di legalità nella comunità cittadina. «Ci siamo mossi come sempre nell’ambito di un grande spirito di collaborazione con le altre istituzioni e con il mondo dell’associazionismo– dice l’assessore Ceccotti – con un vero e proprio gioco di squadra, ben consapevoli dell’importanza di questo tipo di azioni per la condivisione dei principi della legalità, per la reintegrazione nella comunità di persone che dimostrino buona volontà e che siano messe in grado di recuperare il senso civico». «Ricordo anche che su questo tema qualche mese fa c'era stato un atto d’indirizzo presentato dal gruppo consiliare della Lega che chiedeva appunto di verificare soluzioni per “impiegare detenuti, selezionati e non pericolosi per la società, per lavori socialmente utili». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero