Ottavio Gigliotti, l'autore della scultura in acciaio di via Lanzi, espone al Caos

Una delle opere uniche esposte al museo archeologico
TERNI La scultura in acciaio di via Lanzi a fianco della  chiesa di San Francesco, danneggiata di recente, dal titolo “Forme in evoluzione nello spazio n 1”,...

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TERNI La scultura in acciaio di via Lanzi a fianco della  chiesa di San Francesco, danneggiata di recente, dal titolo “Forme in evoluzione nello spazio n 1”, è sua.  Più precisamente, “anche” sua: degli artisti Umbro Battaglini e Ottavio Gigliotti. Sebbene è Gigliotti a progettare l’opera nel 1967. L’artista, che si diploma all’Istituto d’Arte di Terni quando era direttore Aurelio De Felice, fa ritorno in città e presenta tre sculture più una serie di serigrafie lavorate e stampate su Pvc, acciaio, specchio, stoffa, plexiglas luminoso. Una trentina di opere (fra sculture, serigrafie, bozzetti, gioielli da indossare), che vengono distribuite con maestria dai curatori Franco Profili e Francesco Santaniello, presso il museo archeologico del Caos. Pezzi unici: anche per la serie di serigrafie Gigliotti decide di produrne una soltanto e di distruggere le matrice.

“Suite des Vases” è il titolo scelto per la mostra aperta fino al 23 giugno. Un lavoro fatto dopo che l’artista scopre, dieci anni fa, un tesoro raro custodito nel piccolo museo civico delle Cappuccine di Bagnacavallo. Propone lo stesso titolo della raccolta di opere che Ennemond Alexandre Petitot, primo architetto del Duca di Parma, disegna nel 1764 per il Marchese di Felino e che nello stesso anno Benigno Bossi traduce in 32 incisioni. Le stampe di Bossi sono oggi custodite a Bagnacavallo. La rielaborazione moderna di Gigliotti, è esposta presso il museo del Caos.
Ad impreziosire ed arricchire la mostra è il nipote dell’artista Michael Mancini. E’ questi ad elaborare due opere video “site-specific in virtual reality”. Che consentono ai visitatori di fare un’esperienza percettiva unica tra lo spazio virtuale e quello reale del museo, attraversando la visione offerta dalla “Suite des Vases” e dai lavori scultorei di Ottavio Gigliotti.
La programmazione di mostre al Caos ha da una parte contribuito a far conoscere e apprezzare il patrimonio custodito nel museo ad un pubblico di gran lunga superiore a quello normalmente ristretto agli studiosi ed ai soli appassionati, dall’altra ha dimostrato le grandi potenzialità di uno spazio che in poco tempo è divenuto richiestissimo da tanti artisti.

“Ogni artista propone e realizza il suo intervento con stili, linguaggi, esperienze e materiali diversi ed è incredibile come i reperti, le scritte, le pietre, le sculture, i bronzi e il vasellame lasciato dalle popolazioni che hanno abitato migliaia di anni fa le nostre terre si offrano e rispondano al confronto con il pensiero contemporaneo uscendone valorizzati e rivestiti da una luce nuova”, dichiara Franco Profili. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero