Ospedali sotto pressione, tra accessi blindati e il ritorno dei reparti Covid

Ospedali sotto pressione, tra accessi blindati e il ritorno dei reparti Covid
PERUGIA - In vista della ripresa della pandemia, gli ospedali umbri si blindano e si riorganizzano. Se l'incremento dei ricoveri Covid registrato nell'ultima...

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PERUGIA - In vista della ripresa della pandemia, gli ospedali umbri si blindano e si riorganizzano. Se l'incremento dei ricoveri Covid registrato nell'ultima settimana ha spinto ad accelerare la conclusione della prima fase dei lavori di ampliamento del polo di Malattie infettive dell'ospedale di Terni negli adiacenti spazi dell'ex Oncoematologia (con altri otto posti letto Covid), il Santa Maria della misericordia inizia col chiudere i suoi accessi. Che da sedici adesso restano solo tre: l'ingresso principale, quello del Cup e il terzo lato banca. Una necessità per poter monitorare e soprattutto controllare gli accessi, dopo che ieri per esempio non bastava il personale addetto alla misurazione della temperatura per tutti gli accessi, che quindi sono stati chiusi.

Ma non è l'unica novità stabilita dai vertici della sanità e dell'Azienda ospedaliera: sul tavolo infatti ci sono, dopo le riunioni fiume di questi ultimi giorni, le trasformazioni di alcuni reparti in aree Covid. Tra le ipotesi, sia una delle Medicine che Pneumologia. Una scelta certamente dovuta, ma che fa spaventare anche per la tenuta delle prestazioni, considerando che adesso si iniziavano a riassorbire i pregressi dovuti al lockdown e con ovvie limitazioni anche per i ricoveri non Covid. Ma evidentemente la situazione è tale che altre ipotesi al momento non fossero percorribili. A questo proposito, torneranno anche i percorsi Covid, quelli personalizzati e destinati ai reparti per i pazienti affetti da coronavirus, mentre gli ospedali di Foligno e Spoleto potrebbero supportare Perugia per gli interventi più complessi. Anche se tra il personale medico non manca chi non nasconde una speranza esattamente opposta: lasciare Perugia “pulito” (tranne i reparti ovviamente dedicati alla battaglia contro la pandemia) per soddisfare il maggior numero di richieste di pazienti non Covid e votare altre strutture all'emergenza sanitaria.

SCREENING ANTI TUMORE


A proposito di ospedali, la battaglia diventa anche politica. Proprio ieri il consigliere regionale Pd Donatella Porzi ha interrogato la giunta chiedendo quando intenda «ripristinare tutti gli screening antitumorali». A rispondere, su quello che per Porzi resta un «inaccettabile disservizio», è stato l'assessore alla Salute Luca Coletto: «Per far ripartire lo screening - ha detto - è necessario poter operare in sicurezza, con i sistemi di protezione individuali, per poter recuperare le sedute perse durante la pandemia. Le aziende sanitarie devono provvedere in questo senso. Avranno priorità le persone che dovevano svolgere i controlli a marzo e aprile del 2020». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero