Terni, odissea in corsia per un’anziana sottoposta a quattro operazioni scatta la denuncia ai carabinieri

Terni, odissea in corsia per un’anziana sottoposta a quattro operazioni scatta la denuncia ai carabinieri
TERNI Una donna di 85 anni sottoposta al quarto intervento nel giro di due mesi, la figlia (amministratrice di sostegno) che denuncia tutto ai carabinieri e l’ospedale di...

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TERNI Una donna di 85 anni sottoposta al quarto intervento nel giro di due mesi, la figlia (amministratrice di sostegno) che denuncia tutto ai carabinieri e l’ospedale di Terni che si difende. Una vicenda messa nero su bianco nell’esposto fatto ai Nas che Il Messaggero ha potuto leggere. Vicenda che inizia il 10 marzo scorso quando l’anziana viene ricoverata per un intervento al femore. Per la figlia, libera professionista di Terni che chiede l’anonimato, è l’inizio di un incubo, che ancora non è finito visto che oggi la mamma sarà sottoposta al quarto intervento, questa volta per un problema all’anca. «Sono furiosa, mia madre a Pasqua mangiava l’agnello fritto ora è costretta a mangiare omogenizzati», si sfoga la figlia.


Rientrata a casa il 19 marzo dopo l’intervento al femore, iniziano i primi guai con la ferita che non si rimargina. «Nella lettera di dimissioni - c’è scritto nella denuncia - non era prevista terapia antibiotica né indicazioni di trattamento della ferita». Il problema si complica di giorno in giorni, fino a quando, nella notte tra il 17 e 18 aprile, l’anziana viene riportata nuovamente in ospedale. Di mezzo ci si mette pure il covid, e si arriva al 5 maggio quando la figlia viene informata che si rende necessario un secondo intervento. Iniziano così 12 giorni di buio, di blackout comunicativo. «Per dodici giorni nessun medico si rendeva disponibile a riferire sulle condizioni della pazienze e solo dopo un reclamo all’Urp sono stata chiamata», mette nero su bianco nella denuncia. Intanto, un’infezione ginecologica e un rush cutaneo si aggiungo all’elenco delle complicazioni che stanno colpendo l’anziana. «Nel pomeriggio di ieri - spiega la figlia - mi hanno contattato per dirmi che devono intervenire di nuovo perché solo ora, dopo 40 giorni di ospedale, si sono resi conto della sublussazione dell’anca. Li ho diffidati dall’intervenire se prima non mi avessero spiegato il motivo di questo ennesimo intervento e oggi (ieri, ndr) ho firmato il via libera all’operazione perché mi hanno informato su questo». 

Vicenda che ora finirà all’attenzione dei Nas, intanto il Santa Maria spiega la sua posizione: «I familiari della paziente - spiega il direttore sanitario Alessandra Ascani - hanno ricevuto le informazioni necessarie e la figlia della donna, suo tutore legale, ha avuto accesso, come da protocolli, ogni volta che è stato possibile e richiesto. La figlia della paziente oggi (ieri, ndr) è venuta in ospedale, ha ricevuto personalmente dal medico di reparto le informazioni sulle condizioni della mamma, sull’intervento previsto e ha firmato il consenso informato come da prassi».

 

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Il Messaggero