Orvieto, crisi della Giunta è braccio di ferro tra la sindaca e la Lega

Orvieto, crisi della Giunta è braccio di ferro tra la sindaca e la Lega
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ORVIETO A Orvieto è ormai braccio di ferro tra la sindaca, Roberta Tardani, e la Lega, primo partito della città e parte considerevole della sua attuale maggioranza di governo. A scatenare i mal di pancia le dimissioni dell'ormai ex assessore alle Attività Produttive e Sviluppo Economico, Edilizia e Urbanistica, e Patrimonio, e vicesindaco, Angelo Ranchino. Dal 19 febbraio, giorno in cui Ranchino ha riconsegnato nelle mani della sindaca le deleghe, e la fascia da vicesindaco, il comune è entrato in modalità “lavori in corso”, lavori che a detta della prima cittadina avrebbero dovuti essere brevi ma che ormai brevi non potranno esserlo più. Dopo aver ascoltato le principali forze politiche cittadine che ne sostengono il governo, Tardani ora è chiamata a rimettere in equilibrio la giunta. A puntare i piedi per una rapida soluzione sono in tanti, specie dopo il messaggio nella bottiglia lanciato in mare dalla Lega durante l'ultimo consiglio comunale, quando era in approvazione il previsionale 2021-2023. La Lega, ormai s'è capito, vuole mantenere la poltrona ex Ranchino, e il nome che pare aver portato sulla scrivania della sindaca è quello di Andrea Sacripanti, capogruppo del partito in consiglio comunale, ma a Tardani il nome, a quanto pare, non va proprio giù e così in assise tre consiglieri della Lega, lo stesso Sacripanti, Federico Fontanieri e Silvia Pelliccia non si sono fatti vedere, così come l'assessora Angela Maria Sartini. Il messaggio è forte e chiaro, l'assessore s'ha da fare e s'ha da fare nella Lega, ma a Tardani, Sacripanti, non piace, ormai è chiaro. Questioni di competenze? Chissà. Fatto sta che sulla serrata la Lega si è spaccata e il consigliere Gionni Moscetti si è presentato in aula e ha votato il Bilancio. Una “ammutinazione”, quella di Moscetti, che potrebbe costargli la tessera del partito. Ma l'assessore ormai serve e serve un vicesindaco, specie ora che la città è di nuovo nella morsa della pandemia. A questo punto Tardani ha davanti a sé due strade: scegliere una figura a lei gradita per la riassegnazione delle pesanti deleghe ex Ranchino e inimicarsi parte della Lega, o fare buon viso a cattivo gioco e accogliere Sacripanti nella propria squadra di governo, lanciando così un ramoscello d'ulivo ai banchi della maggioranza che la sostengono. In ogni caso la scelta spetta a lei, solo a lei. Conseguenze comprese.

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Il Messaggero