“Orvieto città viva. Esperienza autentica”. E' il titolo di un primo spot realizzato e diffuso nell'ambito di un più ampio progetto di marketing...
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Orvieto, addio alla “Cava Beach” rimessi i sanpietrini dopo la protesta
Sotto accusa però, non sarebbero affatto le procedure tecniche dell'affidamento e nemmeno il video in sé, ma la scelta di affidare il lavoro a una società non orvietana, che sbaglia pure la dizione del nome della città “Orvieto” in chiusura dello spot. Gradito o meno, il video sta ottenendo in rete un discreto successo di visualizzazioni – quasi 200 mila – ma il punto è: non sarebbe potuto essere realizzato, lui e tutto il resto del pacchetto (gli altri video previsti, il marketing relativo, la promozione, e i servizi di implementazione informatica di ticketing e booking del portale turistico) da un pool di soggetti tutti orvietani? Perché la scelta di Finsa? “Nel momento di maggiore crisi economica causata dal lock down – spiega Croce - l’amministrazione comunale sceglie una società di Genova, come se il territorio orvietano non esprimesse realtà professionali all’altezza di un tale compito!" Pronta la risposta della sindaca Tardani: «L’affidamento a Finsa, società con sedi a Roma, Milano, Genova e Torino, attiva nel settore delle soluzioni digitali e del marketing, partner di soggetti istituzionali e importanti aziende, comprende investimenti per una campagna di digital marketing e digital advertising, unitamente a un lavoro di media relations«." La spiegazione non convince del tutto anche perché a analizzare la brand reputation (l'effettivo peso nel web di un marchio) del partner scelto si scopre un sito web fermo al 2018, una pagina Facebook con 115 likers e un account Twitter con 89 followers. Pochino.
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Il Messaggero