Orvieto, la Regione scrive a Del Rio: “Non fermare l'Ic 581 a Orte”

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ORVIETO (Tr) - Braccio di ferro tra pendolari, la Regione Umbria scrive al ministro Del Rio: l'Intercity 581 non si può far fermare a Orte. Della sua contrarietà...

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ORVIETO (Tr) - Braccio di ferro tra pendolari, la Regione Umbria scrive al ministro Del Rio: l'Intercity 581 non si può far fermare a Orte. Della sua contrarietà alla richiesta avanzata dalla Regione Lazio e dai pendolari ortani ne aveva parlato nei giorni scorsi al Messaggero, ma ora l'assessore regionale ai Trasporti, Giuseppe Chianella, ha preso carta e penna per scriverlo nero su bianco al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. «La modifica proposta dalla Regione Lazio - dice Chianella - di far fermare ad Orte l'Intercity 581 è decisamente insostenibile per i pendolari orvietani, utenti umbri, che quotidianamente si recano a Roma per motivi di lavoro e di studio». La fermata a Orte, sottolinea l'assessore nella lettera inviata per conoscenza anche alla Direzione Passeggeri Dplh di Trenitalia, «per gli utenti umbri comporterebbe un aumento dei tempi di percorrenza stimabili, secondo fonti di Trenitalia, di almeno 15/20 minuti, con un ulteriore sovraffollamento a bordo del treno in questione». «Per questi motivi – dice l'assessore - ritengo la proposta non accoglibile. Sulla base della ricognizione condotta dagli uffici regionali sugli orari in vigore, l'offerta di collegamenti da e per Roma per i pendolari di Orte è decisamente ampia, mentre, consentendo la fermata dell'Intercity, i pendolari orvietani, sarebbero ulteriormente penalizzati. Questo treno è infatti l'unico collegamento del mattino che consente di raggiungere la Capitale in tempi ragionevolmente adeguati». 


CARTA TUTTO TRENO OK NEL 2018 Intanto dal primo gennaio tornerà ad essere attiva la Carta Tutto Treno che era stata sospesa a ottobre provocando non pochi disagi per le tasche dei pendolari orvietani e ternani. «La Carta – dice l’assessore Chianella al Messaggero - sarà rifinanziata con la stessa dotazione del 2017, ovvero 390mila euro. Gli uffici stanno lavorando per elaborare la proposta di legarla all’Isee e quindi di variare il costo in base al reddito, una soluzione che sarà partecipata con la consulta dei consumatori e gli altri soggetti interessati. Se dovessimo riuscire a chiudere l’accordo entro l’anno si partirà subito, altrimenti il primo gennaio si riprenderà con le stesse modalità e poi da febbraio si introdurranno le nuove». 

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Il Messaggero