Orvieto, intitolato giardino ai martiri delle Foibe: "Un paese senza memoria, è un paese senza futuro"

Orvieto, intitolato giardino ai martiri delle Foibe: "Un paese senza memoria, è un paese senza futuro"
A conclusione delle celebrazioni programmate dall’amministrazione comunale di Orvieto per celebrare il “Giorno del Ricordo” delle vittime delle Foibe,...

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A conclusione delle celebrazioni programmate dall’amministrazione comunale di Orvieto per celebrare il “Giorno del Ricordo” delle vittime delle Foibe, dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre di millenario insediamento autoctono nell’Adriatico Orientale alla fine della Seconda Guerra Mondiale, istituito con legge nazionale n. 92 del 30 marzo 2004, sabato 22 febbraio, nel quartiere di Sferracavallo è stata apposta la targa di intitolazione dell’Area Verde "Martiri delle Foibe" presso il Giardino Comunale adiacente allo stadio. 


Insieme al Gonfalone della Città, hanno presenziato alla cerimonia la sindaca di Orvieto, Roberta Tardani, il presidente del Consiglio Comunale, Umberto Garbini, Antonio Concina sindaco emerito della Città di Orvieto in rappresentanza di Federesuli / Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati. Presenti gli assessori Angela Maria Sartini, Gianluca Luciani, Piergiorgio Pizzo, consiglieri comunali e cittadini. 

Prima della breve cerimonia di scoprimento della targa la sindaca Tardani ha sottolineato che “da oggi anche Orvieto ha un luogo fisico che potrà contribuire a non far dimenticare un pezzo della storia del nostro Paese per troppo tempo rimasta nascosta” ed ha richiamato la volontà unanime espressa dal Consiglio Comunale il 17 marzo 2014 di intitolare un luogo della Città al ricordo delle vittime della tragedia delle foibe e agli esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia, ripristinando così una obiettiva memoria comune sulle tragedie e le sofferenze della storia italiana.

Da parte sua Antonio Concina ha ringraziato la città di Orvieto che allora lo accolse esule e ha ricordato come "un paese senza la memoria è un paese senza futuro". 





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Il Messaggero