Orvieto, entro l'anno torneranno in Duomo tutte le statue barocche: «Colmata una lacuna storica»

ORVIETO - «Il 25 marzo sarà una data storica, si chiude un ciclo di restituzione e reintegro di una grandissima lacuna che la storia aveva prodotto al Duomo di...

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ORVIETO - «Il 25 marzo sarà una data storica, si chiude un ciclo di restituzione e reintegro di una grandissima lacuna che la storia aveva prodotto al Duomo di Orvieto, una delle cattedrali più importanti del gotico italiano». Così Marica Mercalli, direttrice della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio dell'Umbria, ha salutato il ritorno sull'altare maggiore della cattedrale orvietana dopo oltre 120 anni delle statue dell'Annunciazione realizzate all'inizio del '600 da Francesco Mochi «uno dei maggiori rappresentanti del Barocco alla stessa altezza del Bernini». «Quest'ultimo lavorava a Roma - ha aggiunto - mentre Mochi a Orvieto che con il suo Duomo può essere però considerata una seconda Roma perché qui, attirati dal richiamo di quella importante commissione, arrivarono i maggiori scultori dell'epoca».


Mani che tra il '600 e la metà del '700 scolpirono, oltre al capolavoro dell'Annunciazione, altre 24 statue raffiguranti gli apostoli e i santi protettori che fino al 1897 adornavano la navata principale della cattedrale ma poi furono "esiliate" dal restauro dell'epoca che aveva voluto riportare il Duomo all'epoca medievale. Statue che entro l'anno torneranno tutte a "casa". «Riportare l'Annunciazione in Duomo ha un grande significato storico e artistico - ha detto il presidente dell'Opera del Duomo, Gianfelice Bellesini - ed è il primo atto di un programma che riporterà entro l'anno tutte queste statue nello splendore della Cattedrale». Un'operazione che costerà oltre 100mila euro, sostenuta anche dal contributo della Fondazione Cassa di risparmio di Orvieto, con le sole due statue del Mochi - l'Angelo Annunciante e la Madonna Annunciata - assicurate per due milioni di euro ciascuna.

IL VIDEO SERVIZIO SULLO SPOSTAMENTO DELLE STATUE

Ieri mattina le due sculture erano ancora inscatolate dopo il trasferimento dalla chiesa di Sant'Agostino e nel primo pomeriggio sono iniziate le delicate manovre per sistemarle sui basamenti originali posizionati sull'altare maggiore. Qui sopra sono già stati installati i dispositivi antisismici realizzati dall'Enea cui l'Opera del Duomo ha assegnato anche il coordinamento del gruppo tecnico che si occupa del monitoraggio dell'intera cattedrale. «Si tratta di dispositivi che disaccoppiano la statua dal terreno - ha spiegato l'ingegner Gerardo De Canio - basati su una tecnologia innovativa, realizzati in acciaio al cromo ad altissima resistenza con calotte sferiche e sfere all'interno che trasmettono il moto fra la parte inferiore e la parte superiore e impediscono il passaggio del terremoto. Sono già stati utilizzati a Reggio Calabria per l'isolamento dei Bronzi di Riace e sempre a Orvieto sul San Michele Arcangelo al museo dell'Opera del Duomo».


L'INAUGURAZIONE Per celebrare l'evento il 25 marzo, in occasione della Festa dell'Annunciazione in Duomo, si terrà alle 18 una concelebrazione eucaristica del vescovo di Orvieto-Todi, monsignor Benedetto Tuzia, e del cardinal Ennio Antonelli. La messa sarà preceduta, alle 12 nei sotterranei del Duomo, dall'inaugurazione della mostra fotografica di Luca Canonici "Francisci Mochis" che andrà avanti fino al 5 maggio. Sabato 23 marzo, invece, si terrà in Duomo il concerto d'organo di Nello Catarcia e domenica 24, alle 18, un concerto per coro e orchestra "Vox et Jubilum" a cura della scuola di musica "Casasole".  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero