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Ancora una giornata di follia all'interno della Casa di Reclusione di Orvieto dove, venerdì 13 maggio, sono scoppiati nuovamente disordini tra detenuti e agenti della Penitenziaria. «Una cella incendiata, botte tra detenuti, Polizia Penitenziaria in ginocchio, sangue e violenza: è quel che caratterizza sempre più frequentemente il carcere di Orvieto, costantemente al centro delle cronache per il continuo verificarsi di eventi critici».
Racconta quel che è accaduto nelle ultime ore Fabrizio Bonino, segretario nazionale del sindacato Sappe per l’Umbria: «Due detenuti, completamente ubriachi per avere probabilmente ingerito grappa prodotta illegalmente in cella facendo macerare la frutta, hanno iniziato a picchiarsi di santa ragione e solamente grazie al tempestivo intervento del Polizia Penitenziaria preposto alla sorveglianza si è riusciti a separarli ed a impedire più gravi conseguenze».
«Qualche ora dopo - prosegue Bonino - uno dei due ha dato fuoco alla cella, rendendo necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco di Orvieto. Con grande coraggio e professionalità - continua il segretario - anche in questo caso i poliziotti sono riusciti a contenere il detenuto, ma la situazione a Orvieto è insostenibile. La Polizia Penitenziaria è in ginocchio».
«Il Ministero della Giustizia ed il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria non possono non provvedere con urgenza a porre in essere interventi risolutivi sotto il profilo dell’assegnazione di nuovi agenti di Polizia Penitenziaria ad Orvieto nonché a disporre un regime penitenziario più sicuro che garantisca ordine e sicurezza in carcere - dichiara Donato Capece, segretario generale del Sappe e leader del primo sindacato dei Baschi Azzurri - non è possibile ed accettabile che i detenuti facciano in carcere quel che vogliono: non assumere provvedimenti a tutela del personale di Orvieto vuol dire essere responsabili di questa inaccettabile situazione».
L'episodio arriva al termine di una settimana che ha visto tre agenti feriti da un detenuto e la dichiarazione dello stato di agitazione da parte della Polizia Penitenziaria i cui agenti si sono visti negare le ferie.
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Il Messaggero