L’Altopiano dell’Alfina proclamato luogo del cuore Fai

Altopiano dell'Alfina
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ORVIETO Con le sue 4.175 firme raccolte l’Altopiano dell’Alfina si piazza all’82esimo posto su 20.027 luoghi votati dai cittadini italiani. Con questo risultato la mobilitazione del consiglio di frazione di Torre Alfina e della sezione orvietana del Fondo Ambiente Italia, sostenuta dalle associazioni ambientaliste dell’orvietano e dalle amministrazioni comunali di Acquapendente, Orvieto, Castel Viscardo e Castel Giorgio, ha raggiunto il suo obiettivo.


In questi giorni il Fai ha reso pubblici i dati del censimento nazionale dei “Luoghi del Cuore” e l’altopiano dell’Alfina, grazie alle firme raccolte in un solo mese, è al quarto posto in Umbria, dopo Cannara (Piandarca della predica degli uccelli), Gubbio (Chiesa di Santa Croce della Foce) e Todi (Tempio della Consolazione) e al quinto posto nel Lazio.

“Il riconoscimento del Fai è un grandissimo risultato - dice Mauro Favero, presidente del consiglio di frazione di Torre Alfina - ed è la giusta valorizzazione di questo stupendo altopiano, la unicità dei suoi paesaggi che ha favorito la creazione di una solida economia basata sul turismo ambientale e culturale e l’agricoltura di qualità. Ringrazio in particolare la nostre testimonial Alice ed Alba Rohrwacher e la scrittrice Susanna Tamaro che qui vivono ed hanno contribuito a far conoscere l’Alfina nel mondo”.

“Rovinare tutto questo- prosegue Favero - per realizzare centrali elettriche geotermiche o impianti a biomasse, tra l’altro vicine ai borghi più belli, ci sembrava, e ci sembra ancora oggi di più dopo questo importante risultato, inopportuno per il futuro dell’altopiano”.


Secondo il consiglio, infatti, qualsiasi intervento sul territorio dovrebbe essere in linea con la valorizzazione ulteriore dell’altopiano e privo di qualsiasi speculazione fine a sé stessa. “Confidiamo quindi che anche dopo tale importante riconoscimento – conclude Favero - le Regioni Umbria e Lazio si associno alla volontà dei cittadini e di molte amministrazioni per rigettare ogni tipo di speculazione sull’altopiano”.

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Il Messaggero