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GUBBIO - «Non dimenticatemi eh!». Magari l’avrà pure notata tra gli oltre undicimila mercoledì sera al Palazzo dello Sport di Roma, ma di sicuro Renato Zero, che l’immancabile espressione rivolge puntualmente ai suoi fan quando lascia il palco a fine concerto, non poteva pensare a Iolanda Fiorucci che lo segue e l’ama da sempre. Ha fatto di più, stavolta, nonna Iolanda: alla veneranda età di 84 anni si è regalata il suo primo concerto per vedere da vicino l’artista che ascolta fin dai primi passi. Il concerto-evento che celebra l’ultimo album, Autoritratto, dando spazio soprattutto ai brani degli ultimi anni che ai cavalli di battaglia, ha avuto una spettatrice d’eccezione, la veterana tra la folla, che ha cantato e applaudito alla maniera della Generazione Zero.
Una sorcina, orgogliosamente tale, come tanto di bandana in fronte per rivendicare quel senso di appartenenza alla musica del settantatreenne cantautore romano, al secolo Renato Fiacchini.
Nessuno come nonna Iolanda, carta d’identità alla mano e anche per voglia di farsi coinvolgere, tra i presenti allo show che Renato Zero sta portando in diverse date concentrate in due luoghi, Roma e Firenze, con il calendario che si allunga di continuo viste le richieste.
«Mi sono divertita un sacco - racconta -, ero abituata ormai da tanti anni a sentirlo alla radio e a vederlo in tv. Ci ho pensato parecchie volte: chissà se prima o poi mi capiterà di vederlo da vicino. È successo, finalmente, ed è stata un'esperienza molto bella. Dal vivo è tutta un’altra cosa. L’ho trovato bravissimo e spettacolare, emoziona come nessun altro. È uno spettacolo pieno di suoni, luci, colori. Lui sa tenere la scena, la domina dall'inizio alla fine. Guardate che non sono di parte, è riconosciuto da tutti come un bravissimo artista e ha un seguito incredibile anche tra i più giovani».
Una trasferta romana cominciata bene e finita meglio: «Mi hanno accompagnata i miei figli, è stata una giornata speciale che mi mancava. Non mi sono stancata, anzi gli ho chiesto se possono portarmi a vederne un altro alla prima occasione».
Ha un brano preferito di Renato? «C’è l’imbarazzo della scelta, io ricordo anche i primi. Penso a Mi vendo, ma ce ne sono davvero tanti. Le sue canzoni sono soprattutto poesie, e poi mi è piaciuto fin dall’inizio vederlo stravagante e anticonformista. In fondo pure io ero così».
Le piacerebbe incontrarlo? «Mai dire mai, saprei cosa dirgli».
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