Perugia, nonna di 92 anni vittima dei maltrattamenti del nipote

Il tribunale di via XIV Settembre
Schiaffi, insulti, pugni contro le porte, cellulari scagliati a terra...

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Schiaffi, insulti, pugni contro le porte, cellulari scagliati a terra e stereo a palla anche di notte. La Procura  di Peerugia ha indagato un 24enne di Perugia per maltrattamenti in famiglia nei confronti della nonna convivente di 92 anni. Stando a quanto emerso nel corso delle indagini l’anziana si chiudeva a chiave nella sua camera per paura del giovane. Ieri si sarebbe dovuto svolgere l’incidente probatorio davanti al giudice per le indagini preliminari Valerio D’Andria ma l’esame non si è svolto in quanto l’anziana, per problemi di salute, non si è potuta presentare a Palazzo di Giustizia. Il pubblico ministero titolare del fascicolo d’inchiesta parla di «reiterate condotte ingiuriose, moleste e violente» contro la poveretta «schiaffeggiata» e «spintonata», purtroppo vittima di una «condizione psicologica di soggezione e paura». I fatti contestati vanno dal 2017 al dicembre 2022: vengono raccontate ingiurie, denigrazioni frequenti (frasi come «non capisci niente», «rincoglionita», «vattene in geriatria oppure al manicomio») e molestie «anche in ore notturne quando ascoltava musica ad alto volume che le impediva di riposare». Il nipote «le nascondeva il telefono e le chiavi, a volte non  consentendole di rientrare in casa». Le «chiedeva denaro» e quando la poveretta si rifiutava il nipote iniziava a tirare pugni contro porte e finestre. E così la nonna di 92 anni «era costretta a ritirarsi in camera sua, si chiudeva a chiave e trascorreva lì parte della giornata per paura del nipote». Nel novembre scorso, dopo «essersi alterato per questioni futili inerenti il menage familiare, la ingiuriava con offese e le diceva di andarsene, dato che lui stava parlando al telefono». «Usava violenza fisica, spintonandola per allontanarla dalla cucina - insiste il pm - e mentre l’anziana tentava di chiamare i carabinieri col cellulare, il nipote le prendeva le mani e il braccio, stringendoli con forza, si impossessava del telefono della nonna e lo scaraventava a terra, danneggiandolo, per poi impedirle di rientrare a casa e costringerla a rifugiarsi dalla vicine». Soltanto il 9 dicembre scorso l’«minacciata di un male ingiusto» e «brandiva una sedia, obbligandola ad uscire dalla cucina e inducendola a rifugiarsi nella sua stanza da letto». All’indagato, difeso nel procedimento penale dall’avvocatessa Chiara Casaglia, viene contestata l’aggravante della minorata difesa della nonna anziana. Si torna in aula tra poco più di un mese, l’appuntamento in via XIV Settembre è stato rimandato all’8 marzo (giorno della festa delle donne).

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Il Messaggero