De Luca (5 Stelle): «Con le ultime nomine cancellata l'Umbria del Sud, schiaffo al territorio»

De Luca (5 Stelle): «Con le ultime nomine cancellata l'Umbria del Sud, schiaffo al territorio»
«Non posso che raccogliere l'appello di Confartigianato rispetto la questione delle nomine espresse dalla Regione Umbria. Nomine che paiono cancellare l'Umbria...

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«Non posso che raccogliere l'appello di Confartigianato rispetto la questione delle nomine espresse dalla Regione Umbria. Nomine che paiono cancellare l'Umbria meridionale dalla cartina politica regionale. Per questo, come eletto nell'assemblea legislativa, ritengo doveroso che la Prima, la Seconda e la Terza commissione regionale si riuniscano congiuntamente a Terni alla presenza della Governatrice dell'Umbria, Donatella Tesei, per audire i rappresentanti delle associazioni di categoria e dei sindacati». A parlare è Thomas  De Luca, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle

«Lo schiaffo dato a questo territorio sulla vicenda delle nomine regionali ci dà la misura di come sui temi strategici la nuova maggioranza continui ad avere un atteggiamento di disinteresse accompagnato da una mancanza di visione sconcertante. Sinceramente non ricordo neanche in campagna elettorale grandi slanci da parte dell'allora candidata Governatrice sui temi del riequilibrio territoriale e le relative partite legate allo sviluppo economico, le infrastrutture, l'area di crisi complessa, la questione ambientale, la necessità di un nuovo ospedale, l'università. Dopo il voto anche quel po' di interesse è svanito tramutandosi in un atteggiamento fatto per lo più di silenzio accompagnato, a tratti, da proposte assurde da parte dei suoi assessori».
De Luca aggiunge: «Come dimenticare la clamorosa proposta di aprire il campus universitario all'interno dell'area Sin di Papigno, un sito soggetto a bonifica. Oggi abbiamo l'occasione di ascoltare e mettere in campo nuove strategie che nascano dalla condivisione di obiettivi con gli attori principali del territorio. Un atto dovuto perché nessuna parte della nostra Umbria rimanga indietro». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero