“Nome Nero" è il nuovo romanzo del giornalista scrittore Massimo Colonna

TERNI - “Nome Nero” è il nuovo romanzo di Massimo Colonna, giornalista e scrittore umbro che torna al pubblico dopo il successo di “Il sogno finisce...

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TERNI - “Nome Nero è il nuovo romanzo di Massimo Colonna, giornalista e scrittore umbro che torna al pubblico dopo il successo di “Il sogno finisce all’improvviso” (Letteratura Alternativa Edizioni), selezionato per la Fiera internazionale del libro di Francoforte, nel 2018. Il nuovo lavoro di Colonna è pubblicato sul circuito Amazon e già disponibile a questo link sia in formato cartaceo che digitale.  Il giornalista scrittore si rilancia nell’ambito del surreale e racconta la storia di una famiglia che denuncia di essere stata rapita dagli alieni. Il lavoro di analisi di due agenti specializzati in casi di abduction, attraverso sedute di ipnosi regressiva, fa emergere un passato familiare cupo e la presenza di uno misterioso essere. Sullo sfondo, ipnotiche teorie sul significato della vita raccontate da diversi senzatetto.   In “Nome Nero” Colonna sfrutta a pieno il potenziale immaginifico del surreale, trascinando il lettore in mondi che solo in apparenza non esistono. Per farlo, l’autore prende per mano il lettore attraverso una narrazione non lineare, divenuta ormai il suo marchio di fabbrica: il testo infatti, accanto a una linea narrativa classica, sfrutta a pieno l’utilizzo di altri elementi narrativi, come misteriosi scritti postumi, storie basate su destrutturazione e condensazione psicologica, tesi di laurea mai pubblicate, teorie a metà tra realtà e irrealtà. Ne esce un romanzo multistrato, poliedrico, frammentato, che punta ad accompagnare il lettore in un'esperienza di lettura immersiva, che parla a ognuno di noi.  

«Il nostro cervello - spiega l’autore - è già predisposto ad affrontare narrazioni non lineari, perché lo fa di continuo, tutti i giorni. La scrittura non lineare punta a rappresentare storie attraverso una struttura narrativa complessa, come complessa è la narrazione della propria realtà che ognuno di noi fa a se stesso. L’idea è di riproporre questi stessi procedimenti di autorappresentazione, basati sui meccanismi psicologici della condensazione e della destrutturazione. L’obiettivo è creare una piattaforma di significati su cui poi il lettore potrà posare la propria esperienza di vita. Le narrazioni tradizionali puntano a creare una zona di comfort intorno al lettore, in modo che possa immedesimarsi il più possibile con personaggi e contesto. La scrittura non lineare non seduce il lettore dicendo: Ehi, ascoltami, io sono come te e voglio portarti in un posto dove tu vuoi andare; ma piuttosto lo incalza chiedendo: Ehi, io vado in un posto che tu non conosci, vieni con me?».

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Il Messaggero