Narni, il racconto di una professionista: «Cinghiale ucciso vicino alla strada durante un abbattimento selettivo»

Esposto in procura dell'avvocata Di Paolo per chiarire l'episodio

Narni, il racconto di una professionista: «Cinghiale ucciso vicino alla strada durante un abbattimento selettivo»
NARNI - «Ero in macchina quando ho sentito uno sparo. Pensavo a un incidente, poi ho visto la forestale con le palette alzate e un cinghiale che si trascinava a terra...

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NARNI - «Ero in macchina quando ho sentito uno sparo. Pensavo a un incidente, poi ho visto la forestale con le palette alzate e un cinghiale che si trascinava a terra sanguinante. Qualche istante dopo il secondo colpo, quello che l’ha finito. Mi sono sentita male, sono ancora scioccata ripensando a quei momenti».

La donna narnese racconta con grande difficoltà l’episodio andato in scena sabato 20 maggio a mezzogiorno lungo strada di Sant’Anna, a Narni Scalo.

La presenza sul posto dei carabinieri forestali è la garanzia che quella mattina fosse in corso l’abbattimento selettivo di cinghiali ma la professionista narnese, ancora molto scossa, ha deciso di rivolgersi ad un legale per capire come siano andate le cose.

«Nelle prossime ore presenterò un esposto in procura - conferma l’avvocata, Maria Di Paolo. Chiederò di accertare se quel giorno e in quella zona effettivamente ci fosse l’autorizzazione alla caccia selettiva. Ed eventualmente di capire chi abbia rilasciato quell’autorizzazione. Circostanze da chiarire considerando che gli spari con pallottole da cinghiale sono avvenuti sulla strada e in una zona popolata» aggiunge Maria Di Paolo.

La sua cliente, ancora scossa per le immagini di quel cinghiale ammazzato sotto ai suoi occhi, nel recente passato ha convissuto con una famiglia di cinghiali che si erano accasati nella sua proprietà. In quell’occasione aveva chiesto aiuto ma le fu spiegato che non era possibile intervenire in alcun modo in quanto erano presenti altre abitazioni e l’ospedale.

«Abito a poca distanza dall’ospedale di Narni - dice - e l’anno scorso mi sono ritrovata una famiglia di cinghiali dentro casa. Sono tornati lì per diversi giorni, non avrei voluto che fossero ammazzati ma mi informai per capire come risolvere il problema. Mi spiegarono che non era possibile intervenire per la vicinanza dell’ospedale e di altre abitazioni e me ne feci una ragione».

Sabato scorso la donna, che percorreva con l’auto via Sant’Anna, la parallela di via Tuderte, si è trovata ad assistere a quella scena che non dimenticherà facilmente.

«Ci sono abitazioni entro i trecento metri dal luogo in cui è stato colpito a morte il cinghiale - dice - è una strada molto trafficata e frequentata anche dai podisti. Quando mi sono ripresa dallo choc mi sono fatta alcune domande. Se è vero, e sono certa che lo sia, quello che mi hanno detto quando chiedevo aiuto per i cinghiali che erano arrivati davanti alla porta di casa mia,  mi sembra strano che fosse possibile fare la caccia selettiva lì, dove c’era molto traffico. E’ per questo che ho deciso di approfondire la questione e capire se tutto sia stato fatto secondo le regole».

L’avvocata Maria Di Paolo ha già pronto l’esposto che nei prossimi giorni depositerà  negli uffici della procura ternana. Col quale chiederà di approfondire i dettagli sulle autorizzazioni.

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Il Messaggero