Narni: La statua di Giordano Bruno "dimenticata" in un androne

da sx Mauro Bonucci, Gianni Daniele, Vincenzo Leonardi e Sandro Amici
NARNI Se potesse bruciare anch’essa, qualcuno lo farebbe di sicuro, come il personaggio che rappresenta, Giordano Bruno, farebbe contente tante persone: la statua narnese...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
NARNI Se potesse bruciare anch’essa, qualcuno lo farebbe di sicuro, come il personaggio che rappresenta, Giordano Bruno, farebbe contente tante persone: la statua narnese che è stata “parcheggiata” all’interno dell’androne del Palazzo Comunale ha una peculiarità: sale alla ribalta ogni cinque - sei anni, insieme alla voglia di chi vuole farla uscire perché ritorni il monito che è stato nei secoli. Non ce la fa, purtroppo. E se prima erano stati i fascisti, dopo il Concordato con la Santa Sede, a rimuoverla dalla sua posizione davanti al Duomo cittadino, verso cui guardava con fare sprezzante per ricordare al clero l’ingiustizia subita, poi sono stati gli amministratori comunali che li hanno seguiti, ad adottare l’operazione di boicottaggio, sull’onda delle situazioni politiche che venivano maturandosi:  una volta il “Compromesso storico”, un’altra un accordo elettorale: “E’ vero che ci sono le elezioni, è vero che è sabato, ma lasciar passare anche questa volta l’anniversario della morte sul rogo del pensatore nolano, proprio non ce la siamo sentita” hanno detto Gianni Daniele e Alessandro Amici del gruppo “Tutti per Narni”. A dire la verità anche i socialisti Federico Novelli e Claudio Ricci si sono impegnati a far spostare ancora la statua ma alla commemorazione non c’erano.

La statua, in bronzo, va detto subito, non è bella: “Certo che non lo è - dice Gianni Daniele – ma è anche ricoperta da escrementi di piccioni, stinta nei colori: sarebbe brutto anche il David. E comunque deve ritornare ad essere visibile a continuare a portare il senso ed il segno della libertà”. Ogni sindaco del dopoguerra si è speso per far rimettere a posto la statua che per decenni era finita in un magazzino comunale. Si arrivò ad un certo punto, c’era Stefano Bigaroni a fare il sindaco, a pensare di posizionarla in Piazza XIII giugno, giorno della liberazione di Narni dalla guerra. Successivamente anche Gianni Giombolini, assessore a cultura e lavori pubblici, sostenne con grande fervore quella soluzione. Ma quel piccolissimo tratto di strada è sembrato davvero ostico per la statua ed ora gruppi della maggioranza e della minoranza hanno ripreso in mano la storia controversa. L’unica concessione che ottenne, come un permesso per i detenuti, l’essere apposta nel luogo originario ma solo per tre giorni. Poi nell’oblio, un’offesa appena inferiore al rogo del 1600 in Piazza dei Fiori, a Roma. Tra l’altro sta diventando elemento da romanzo: Paolo Tordi, scrittore, le ha dedicato una novella nella sua ultima opera “La Quartina di Stevenson”, segno che l’immaginario collettivo del grande busto sta, man mano, assumendo altri significati.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero