Narni. "La “giornata Covestro” è una farsa". Boicottata dai sindacati l’inaugurazione della nuova palazzina

L'ingresso della fabbrica
narni I sindacati non parteciperanno alla “giornata Covestro di mercoledì. L’hanno detto chiaro e forte in un comunicato perché intendono prima conoscere...

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narni I sindacati non parteciperanno alla “giornata Covestro di mercoledì. L’hanno detto chiaro e forte in un comunicato perché intendono prima conoscere tutte le vicende che attengono al futuro della fabbrica che si trova a Nera Montoro, nel Polo chimico di Narni. E così lavoratori e sindacati stanno incalzando la Covestro, una società chimica che produce prodotti derivati dal policarbonato e che era stata da sempre nell’orbita della Bayer. La necessità di conoscere le strategie dell’azienda, se vi sia una qualche altra società interessata, è venuta avanti durante un’assemblea dei lavoratori della società, durante la quale si sono soffermati, anzi, sul fatto che l’azienda proprio mercoledì svolgerà una “giornata Covestro” per l’inaugurazione di una nuova palazzina senza che però si diano certezze ai lavoratori.

E i sindacati si chiedono: “Come si fa ad organizzare un evento in pompa magna sapendo che non c’è più alcuna volontà da parte della proprietà di rimanere sul territorio?”. I sindacalisti ci vanno giù duri rispetto alla manifestazione che ritengono una “farsa”. E ritengono che la vera “giornata Covestro” sia quella del giorno successivo quando inizieranno le discussioni tra le parti e che attiene al futuro dei 120 lavoratori, considerando anche l’indotto, e le loro famiglie.
Il sindacato va ancora avanti definendo “la Covestro di Nera Montoro è sicuramente da definirsi un’azienda sana, con un fatturato di circa 50 milioni di euro ed un utile che supera i circa 2 milioni di euro.
Lo stabilimento ha vissuto trascorsi travagliati a causa di vari passaggi societari fino al distacco da Bayer nel 2014 che ha visto appunto la nascita di Covestro; dopo un 2015 sofferto a causa del raddoppio delle linee, superato grazie al massimo impegno e al sacrificio di tutti i lavoratori, dal 2016 si è iniziata a vivere una situazione di tranquillità con l’ottenimento dei risultati prefissi, tranquillità che ad oggi però dobbiamo definire apparente.
Crediamo che paventare una semplice vendita con molta superficialità, visto quanto accaduto sul territorio con altre aziende, non può bastare; è necessario avere contezza del percorso da intraprendere partendo dalla solidità degli eventuali acquirenti, solo questi fattori garantirebbero la tenuta dello stabilimento in tutte le sue parti.

Qualche anno fa si festeggiava la scelta di mantenere il sito italiano di Nera Montoro rispetto quello tedesco, oggi ci troviamo a dover affrontare una vendita nella totale incertezza”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero