Museo Archeologico del Caos intitolato all'archeologa Claudia Giontella: «Voleva far risorgere Terni e la sua cultura»

La targa.
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TERNI     Il 30 gennaio 2020 la città decide di fare un tributo a Claudia Giontella, intitolandole il Museo Archeologico del Caos. «Claudia voleva far risorgere Terni e la sua cultura» afferma Maria Cristina Locci, presidentessa del Gruppo Archeologico Terni che ha donato la targa. L’archeologa, scomparsa nel 2012, infatti, ha dato un contributo fondamentale a Terni scavando in diversi siti, tra cui la necropoli Alterocca, San Valentino, Maratta e Monte Torre Maggiore, e aveva svolto il lavoro di ricerca per l’allestimento «curato sapientemente» dello stresso museo che oggi porta il suo nome, come ci tiene a ricordare Luana Cenciaioli, direttrice del Museo Archeologico dell’Umbria.  L’occasione è stata colta anche per inaugurare ufficialmente il Telamone, da poco trasferito da Perugia: «È un prestito che speriamo possa diventare a lungo termine attraverso la collaborazione con il Comune» continua la Cenciaioli. Secondo il vicesindaco Giuli entrambi gli eventi «sono fatti importanti che rientrano nel tentativo del Comune di valorizzare le bellezze e i musei della città, per attirare i turisti e per la città stessa». Erano presenti all’evento anche il sindaco, l’assessore regionale Melasecche, l’assessore comunale Bordoni, la soprintendente regionale, il viceprefetto Gambassi, il vice Questore Sarcoli, la madre e la sorella della Giontella e la professoressa Stopponi, la sua mentore. Il sindaco Latini ha spiegato che sia l’intitolazione del museo sia l’iniziativa del Telamone sono state votate all’unanimità perché «il passato è importante, e momenti come questo fanno capire che le radici contano anche per la coesione sociale». Tra il ricordo di Claudia Giontella, che «amava farsi chiamare “archeologa” e non “professoressa”», come ricorda Bordoni, e il compiacimento per i risultati raggiunti si guarda al futuro; il prossimo obiettivo, secondo il vicesindaco Giuli,  è quello di esporre nel museo alcuni reperti della necropoli delle Acciaierie.
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Il Messaggero