Al Comune di Perugia piace l’idea che possano essere le amministrazioni locali a cancellare le vecchie multe e le altre cartelle delle tasse non pagate. La novità...
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Al Comune di Perugia piace l’idea che possano essere le amministrazioni locali a cancellare le vecchie multe e le altre cartelle delle tasse non pagate. La novità sulle mosse del governo, per quella che in gergo viene chiamata rottamazione, è stata annunciata dal vice ministro dell’Economia Maurizio Leo durante l’audizione in Parlamento sulle linee guida del Tesoro. Mossa che si dovrebbe sostanziare con un emendamento alla prima manovra del governo Meloni.
«Potrebbe essere una soluzione interessante da valutare-spiega al telefono l’assessore al Bilancio, Cristina Bertinelli- il nostro bilancio è in sicurezza, ogni anno c’è l’accantonamento per il fondo per i crediti di dubbia esigibilità. Potrebbe essere una soluzione da non scartare a priori, per noi non sarebbe un pensiero».
Quei crediti non riscossi finiscono nella pancia dei bilanci degli enti locali come residui attivi. E se da una parte, sovente, servono a far quadrare i bilanci, dall’altra diventano una goccia del mare dei crediti che rientrano nelle casse degli enti locali nel corso degli anni.
L’impressione è che in Comune, dopo gli interventi per mettere in sicurezza i conti, una ripulitura dei quei residui attivi andrebbe più che bene. Certo, è presto per un annuncio netto, però, la possibilità messa sul piatto dal vice ministro viene guardata con grande attenzione.
I numeri di palazzo dei Priori dicono che i perugini non amano pagare le violazioni al codice della strada e la Tari, cioè la tassa sui rifiuti. I numeri dicono anche che la Tari sfiora ogni anno un mancato incasso che si attesa sul 27%; mentre per le multe elevate dalla polizia locale su 6 milioni di accertamento ci sono 3,5 milioni che finiscono in cassa, cioè oltre il 40% non paga. Soprattutto per le multe l’ipotesi di ripulire il bilancio potrebbe essere attuata. Il caso del turista straniero che entra in Ztl e si becca la contravvenzione con il controllo del Situ, è di scuola. Le possibilità di un incasso di quella violazione sono bassissime. La cifra di riferimento della cancellazione resta sempre a quota mille euro e gli anni di riferimento delle tasse non incassate comprende gli anni che vanno dal 2000 al 2015. Cioè deve esser quello il periodo in cui suono stati emessi i ruoli esattoriali che i Comuni potranno decidere di stralciare.
Non è un caso, a proposito di Tari tra le tasse meno amate dai perugini, che sul fronte della lotta all’evasione, l’ultimo report (reso noto a fine aprile per l’approvazione del rendiconto del 2021) ha fatto emergere due dati: cala la tassa dei rifiuti, sale l’Imu.
Il Messaggero