Terni. La muffa divora la casa dell'Ater, il figlio malato di asma costretto a dormire dagli amici

Terni. La muffa divora la casa dell'Ater, il figlio malato di asma costretto a dormire dagli amici
TERNI Una casa inghiottita dall'umidità e dalla muffa e...

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TERNI Una casa inghiottita dall'umidità e dalla muffa e senza riscaldamento. Un appartamento dell'Ater praticamente invivibile in cui, al contrario, sono costrette a vivere tre persone. Una situazione nota, che si trascina chissà da quanto tempo, visto che già il precedente inquilino aveva sollevato il problema, ma rispetto al quale non è stato mai fatto nulla. La casa in questione si trova in via Fratelli Cervi 24 davanti alla scuola elementare Falcone Borsellino. A denunciare la situazione è Anilin Cabus Arrietta, una donna assegnataria dell'alloggio nel quale vivono anche il compagno e suo figlio di 19 anni. «Sono un paio di anni che è stato assegnato questo appartamento, dopo che l'inquilino precedente è deceduto - spiega proprio il compagno della donna - a febbraio di quest'anno abbiamo proceduto a una ritinteggiatura generale dell'appartamento che era pieno di muffa. A distanza di qualche mese la situazione è tornata come prima». Pare che il problema dell'umidità e della muffa sia "strutturale" e che quindi non basti tenere arieggiato l'appartamento e ritinteggiare le pareti. A distanza di dieci mesi dall'ultimo intervento, infatti, l'immobile si presenta di nuovo completamente ricoperto di muffa: intorno agli infissi, sul soffitto, sulle pareti c'è una patina nera. I muri sono così impregnati di umidità che l'intonaco viene via in blocchi e anche intorno alle prese elettriche si osserva la muffa. «Qualche volta racconta ancora il compagno della donna è sembrato quasi di sentire l'elettricità sul muro». L'ambiente insalubre ha già costretto il figlio dell'uomo a dormire altrove. «Mio figlio racconta ha problemi respiratori, problemi che quando è in questa casa peggiorano. Del resto anche la mia compagna, che ha lottato con un brutta malattia, si sveglia tutti i giorni con i dolori determinati dall'umidità». Il problema non sarebbe limitato solo a quest'appartamento ma anche agli altri quattro in cui è diviso l'edificio a due piani che li ospita. «Sappiamo che l'appartamento di sotto prosegue l'inquilino ha lo stesso problema, ma un po' in tutti la situazione è più o meno la stessa. Abbiamo chiesto l'intervento dell'Ater e, visto che al telefono non rispondeva nessuno, siamo andati di persona negli uffici di via Ferraris e abbiamo messo tutto per iscritto. A tutt'oggi non si è visto nessuno. Qualcuno ci ha detto che questo immobile non ha fondamenta e il problema potrebbe derivare da questo. Quello che è certo che non si può vivere in una casa così perché si mette a rischio la nostra stessa salute». Ad aggravare la situazione c'è anche una caldaia che non funziona. «Quando è venuto l'idraulico dell'Ater perché era andata in blocco, ha fatto l'intervento e per 15 giorni ha funzionato continuano a raccontare gli inquilini ma poi si è fermata di nuovo. Abbiamo chiamato ancora l'idraulico che ci ha detto che il problema è la canna fumaria da cui penetra l'acqua che manda la caldaia in blocco. Così non abbiamo neanche il riscaldamento». Questa famiglia, che si sente abbandonata e dimenticata in questa situazione, sollecita quindi un intervento sulla casa che non è più rinviabile.

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Il Messaggero