Perugia, risse della movida: i giovani incastrati dai coetanei

Perugia, risse della movida: i giovani incastrati dai coetanei
PERUGIA - Incastrati dai coetanei. Forse anche da qualche conoscente. Con il passare dei giorni, e specie nelle ultime ore, gli investigatori della squadra mobile diretti da...

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PERUGIA - Incastrati dai coetanei. Forse anche da qualche conoscente. Con il passare dei giorni, e specie nelle ultime ore, gli investigatori della squadra mobile diretti da Carmelo Alba e coordinati dal sostituto procuratore Gemma Miliani hanno fatto luce sulla rissa-choc e l’aggressione in centro nella notte tra 22 e 23 maggio.

Una storia scioccante per tre motivi: perché considerata l’apice negativo del primo venerdì sera post-lockdown caratterizzato da assembramenti e centinaia di giovani senza mascherine (molti dei quali nei giorni scorsi si sono sottoposti ai tamponi messi a disposizione dal Comune), perché ha riguardato due gruppi di giovanissimi con un ragazzo finito in ospedale con la mandibola fratturata e perché la rissa è stata ripresa e postata sui social network.
Eppure, più che i social si sono rivelati decisivi gli occhi e la memoria di alcuni dei giovani che loro malgrado si sono trovati ad assistere a quelle violente scene di calci e pugni nella centralissima piazza Danti, sotto le scale del Duomo.
Le indagini della squadra mobile, infatti, sono riuscite a individuare persone che hanno iniziato a fare ammissioni, a indicare chi poteva aver partecipato alla zuffa e soprattutto perché. «Futili motivi» è la formula utilizzata fin dalle prime ore: una spallata, nel bel mezzo di un venerdì sera ad altissima concentrazione di giovani. Un «tu non sai chi siamo noi» e poi giù botte: dalla giornata di sabato, con le perquisizioni nelle case di tre dei sette ragazzi indagati, le indagini hanno avuto la svolta attesa in questi giorni.
Perché se tutti e sette i partecipanti alla zuffa in piazza Danti sono stati indagati per rissa, due di loro risultano indagati anche per lesioni. Per l’aggressione, dopo inseguimento, con botte che hanno fratturato la mandibola di uno dei “rivali”. Ebbene, dai telefonini e dagli abiti sequestrati nelle case dei tre ragazzi che sono stati perquisiti, gli investigatori si aspettano di trovare gli elementi decisivi per chiudere definitivamente il cerchio. Perché, secondo quanto si apprende, due dei tre ragazzi perquisiti sarebbero fratelli e pare che in quella serata fossero anche vestiti in maniera simile.
Tutti elementi che appunto i poliziotti hanno dovuto scandagliare per individuare non solo le persone che hanno partecipato alla rissa ma anche le singole responsabilità.
ZUFFA IN PIAZZA ITALIA
Da un fine settimana all’altro, da una zuffa all’altra. Probabilmente meno grave, ma sicuramente da non poter passare inosservata. Non solo perché vede coinvolti anche in questo caso dei giovanissimi, ma anche perché si ritorna sempre al discorso degli assembramenti vietati: il riferimento è alla zuffa di sabato pomeriggio avvenuta in piazza Italia e che ha visto protagonisti dei ragazzi molto giovani.

Secondo quanto si apprende, le telecamere di sicurezza sulla piazza hanno ripreso i momenti ad alta tensione e anche in questo caso nelle prossime ore la squadra mobile potrebbe intraprendere degli accertamenti per cercare di stabilire, proprio a partire dalle immagini, quanto sia accaduto e perché. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero