«Minorenne violentata alla Caritas». Lo stupratore e i video su Whatsapp

«Minorenne violentata alla Caritas». Lo stupratore e i video su Whatsapp
Alla sbarra con l’accusa di aver fatto sesso con una minorenne...

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Alla sbarra con l’accusa di aver fatto sesso con una minorenne «all’interno della sua stanza nella Caritas di Todi». Un 26enne, originario del Gambia, viene accusato dal sostituto procuratore della Repubblica di Perugia, Massimo Casucci, del reato di violenza sessuale nei confronti della giovane, all’epoca diciassettenne. «Le saltava addosso e la sdraiava con forza sul letto costringendola a un rapporto sessuale», si legge negli atti dell’inchiesta. All’epoca, perché, se ieri per la prima volta la questione è stata aperta e subito rinviata dal giudice per l’udienza preliminare del capoluogo Piercarlo Frabotta, i fatti risalgono all’ottobre del 2019. Vale a dire due anni e mezzo fa. L’udienza di ieri è stata rinviata a ottobre: in quella data, si spera, questa volta senza impedimenti di sorta, si entrerà nel vivo della questione giudiziaria. Il nome della vittima si legge anche in un altro capo di imputazione riguardante un 47enne di Roma: anche lui, stando a quanto è stato ricostruito nel corso delle indagini, ha avuto rapporti sessuali con la giovane. Il romano, difeso dall’avvocato Emma Contarini, non deve difendersi dall’accusa di violenza sessuale ma da quella, comunque infamante, di pornografia minorile. Che poi è la stessa ipotesi di reato che viene contestata anche al coimputato africano: «Producevano materiale pedopornografico - sintetizza il pubblico ministero - in maniera autonoma e in momenti diversi i due avevano rapporti sessuali completi con la diciassettenne, rapporti sessuali che avevano filmato con i propri telefoni cellulari e che si erano successivamente scambiati attraverso la chat di Whatsapp». Il romano deve anche difendersi dalla pesante accusa di aver «sfruttato o comunque favorito la prostituzione anche di minori trattando il prezzo delle loro prestazioni su Telegram e Snapchat». E in una cartella rinvenuta dagli investigatori nel suo telefonino, denominata «Eliminati di recente», c’erano «filmati aventi a oggetto scene di sesso tra lui e la minore, protagonista di ulteriori fotografie e filmati aventi sempre a oggetto atti e comportamenti sessualmente espliciti rinvenuti all’interno di una chat conversazione con il coimputato». Il gambiano è difeso dall’avvocato Andrea Borghini del Foro di Firenze.

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Il Messaggero