«Mi hanno violentato fuori dalla discoteca». Il dramma di una ventenne perugina in vacanza a Gallipoli

«Mi hanno violentato fuori dalla discoteca». Il dramma di una ventenne perugina in vacanza a Gallipoli
PERUGIA - «Sto male. Credo di essere stata stuprata, aiutatemi». Questo il drammatico racconto di una ventenne di Perugia, in Salento per una vacanza, ai medici del...

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PERUGIA - «Sto male. Credo di essere stata stuprata, aiutatemi». Questo il drammatico racconto di una ventenne di Perugia, in Salento per una vacanza, ai medici del 118 di Gallipoli che l'hanno soccorsa all'alba dopo una richiesta di aiuto. La ragazza ha spiegato con molta difficoltà ai sanitari di non ricordare molto della nottata appena trascorsa, una volta uscita da una nota discoteca gallipolina in zona Baia Verde.


Di certo quei forti dolori all'addome e al basso ventre e la sua scarsa lucidità – oltre al suo drammatico timore – hanno messo in allarme i medici del pronto soccorso che hanno immediatamente avvisato i carabinieri. I militari della Compagnia di Gallipoli, agli ordini del comandante Francesco Battaglia, si sono messi al lavoro per ricostruire le ultime ore della ragazza, dopo la serata nel locale, in una zona dove comunque le cronache locali ricordano come i casi di violenza, negli anni, non siano purtroppo mancati.
Dopo le cure ricevute in ospedale e i diversi accertamenti effettuati, intanto, la giovane perugina per fortuna è stata subito dimessa senza prognosi, evidentemente per la mancanza di lesioni o ferite importanti, anche riconducibili a uno stupro. Ma è ugualmente chiaro come non sia per forza necessario riportare segni compatibili con una violenza se la tua volontà viene annullata: è per questo dubbio che alla giovane turista sono stati effettuati anche esami del sangue per capire se possa esserle stata somministrata qualche sostanza tipo droga dello stupro. Qualche pasticca o qualcosa sciolto magari in un cocktail da chi si è presentato come uno spasimante.

Attesa quindi dei risultati delle analisi, per dare forma o meno alle terribili nubi che terrorizzano la ventenne, nella speranza non sia successo nulla di ciò che lei stessa teme. Perché lei per prima, purtroppo, non è stata in grado di spiegare cosa le sia capitato e quindi di aiutare gli investigatori: in stato di choc, con un vuoto di memoria, quasi avesse cancellato gli attimi tra l'uscita dalla discoteca e la richiesta di aiuto arrivata al 118. Uno stato drammatico per cui comunque avrà bisogno di un supporto psicologico per superare stress e paura. E magari recuperare un'immagine più nitida di quanto possa esserle accaduto, a partire dal luogo preciso in cui la presunta violenza potrebbe essersi verificata, mentre vanno avanti le indagini dei carabinieri, impegnati a rilevare elementi utili per le indagini. Per rintracciare l'eventuale responsabile o dissipare quelle nubi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero