Tutti puntuali, alla messa delle 11. Per gli abitanti di San Martino in Trignano, periferia di Spoleto, la Messa card, la tessera che garantisce ai frequentatori della Messa...
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La card viene timbrata ogni domenica, a fine messa, dallo stesso parroco. Ed è un modo per far capire che l’impegno con la fede prosegue anche in estate, non va in vacanza. Molti sembrano aver colto lo spirito giocoso e provocatorio dell’iniziativa. Formenton, del resto, è un prete dai modi anticonvenzionali, ligio ai temi del vangelo, ma anche dinamico nel costruire insieme alla sua gente idee e progetti che spesso si concludono con momenti di condivisione, anche conviviale. Ed è abituato a far discutere su temi ben più importanti della Messa card con aperitivo e locali climatizzati. La gente del posto, o almeno i suoi fedeli, lo sanno e in tutto questo non vedono alcuna stravaganza. Semmai, un valore aggiunto. La notizia della Messa card, com’era prevedibile, ha sollevato curiosità e polemiche. Ma i suoi fedeli, anche nella ridda di commenti che si sono scatenati sul profilo facebook del sacerdote, lo difendono senza riserve: “Interessante esperimento – scrive uno di loro – per vedere chi si diletta a leggere e ricamare e chi invece viene a fare la Chiesa, come tutte quelle persone che ne contribuiscono ogni giorno, da anni, alla costruzione materiale e spirituale (catechisti volontari, giardinieri e, non per ultimo, i genitori dell’oratorio). Chiedo scusa se non menziono tante altre iniziative: venite e partecipate, invece di stare a commentare”. Insomma, giù le mani da don Gianfranco: meno chiacchiere e più gesti. In perfetto stile Formenton. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero