«I medici no vax? Non li chiamo neanche colleghi. Dobbiamo vaccinarci tutti per curare anche gli altri malati»

Il presidente di Amolp Umbria, Gianluigi Rosi
PERUGIA - «Non si possono nemmeno chiamare colleghi. Sono solo laureati in Medicina e chirurgia come noi. E non capiscono che il vaccino per tutti darà la...

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PERUGIA - «Non si possono nemmeno chiamare colleghi. Sono solo laureati in Medicina e chirurgia come noi. E non capiscono che il vaccino per tutti darà la possibilità di ricominciare a occuparci pienamente anche delle altre patologie. Che sono tante».

È arrabbiato, Gianluigi Rosi, noto medico di Perugia che ha unito la sua passione per la politica attiva nella fondazione della sezione umbra dell'Associazione medici e odontoiatri liberi professionisti, che presiede con la collega Paola Fusaro. E proprio per conto dell'Amolp, Rosi ribadisce la propria posizione riguardo la contestazione dei medici no vax, esplosa durante lo svolgimento dell’assemblea degli iscritti dell’Ordine dei medici di Roma. Domenica, infatti, circa una trentina di professionisti convintamente contrari ai vaccini, all'obbligo vaccinale per i sanitari e soprattutto alla sospensione dei colleghi no vax imposti dalle Asl, sono entrati al Villa Palace al grido di «Vergogna» e «Mafiosi», bloccando di fatto la discussione sui bilanci.
Presidente Rosi, come commenta i fatti di Roma?
«Un fatto gravissimo, da cui prendiamo le distanze ed esprimiamo piena solidarietà all'istituzione ordinistica romana».
In Umbria ci sono stati problemi?
«Per fortuna no, ma quel giorno si svolgevano le assemblee in tutta Italia. Molto grave che nella Capitale si sia arrivati alla sospensione per la posizione di medici che non riesco neanche a definire colleghi. Per non trascendere, posso soltanto dire siano solo laureati in Medicina e chirurgia come noi. Ma sono andati contro ogni regola del nostro giuramento di Ippocrate».
Qual è la posizione di Amolp, invece?
«Siamo medici e per primi dobbiamo dare testimonianza di essere persone di scienza, crediamo che il vaccino sia allo stato l’unica arma per uscire da una pandemia che ha mietuto troppe vittime anche tra i nostri colleghi. Ci auguriamo che quanto accaduto sia da stimolo per una partecipazione più attiva alle riunioni ordinistiche, al fine di non permettere che una minoranza diventi la voce di tutti. Una categoria, quella dei medici e degli odontoiatri, che ha aderito per la grande maggioranza alla campagna vaccinale e che s’impegna duramente ogni giorno per la lotta alla pandemia».
La vostra associazione, in fondo, è nata proprio sotto Covid...
«Sì, quando si è sentita l'esigenza di tutelare i medici liberi professionisti, quando c'erano colleghi che tardavano a essere vaccinati. Per questo – qui in Umbria, siamo presenti da quattro mesi e rappresentiamo già venti professionisti – ribadiamo la nostra assoluta contrarietà a quanto successo a Roma».
Perché?
«La nostra classe compie sacrifici quotidiani nella lotta contro le malattie, tutte le malattie. E dobbiamo seguire pazienti anche di altre patologie. Per questo motivo è importante e fondamentale vaccinarci: se ci vacciniamo tutti, le problematiche saranno sempre meno. Per far fronte a tutte le patologie che non sono Covid. A partire dai tumori».
Questo, in effetti, è un problema rilevato da tempo: la sanità italiana in qualche modo è bloccata da due anni per la pandemia. Ma gli altri malati non sono certo diminuiti o svaniti...


«Esattamente. Non c'è solo il Covid e abbiamo bisogno di tutti. Senza contare come il numero di medici stia diminuendo di settimana in settimana, per la scellerata scelta dei numeri chiusi per l'accesso sia all'università che nelle scuole di specializzazione. I colleghi vanno in pensione e mancano i medici per colpa di numeri chiusi non ponderati. E ora ci si mettono pure i no vax». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero