«Maxi Tari, la penale non va pagata» La Confcommercio di Terni lancia la sfida

«Maxi Tari, la penale non va pagata» La Confcommercio di Terni lancia la sfida
«Il conto di fine mandato» lo hanno definito i titolari dei pubblici esercizi. «Un espediente per fare cassa». «Per di più immeritato»....

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«Il conto di fine mandato» lo hanno definito i titolari dei pubblici esercizi. «Un espediente per fare cassa». «Per di più immeritato». Le reazioni sono durissime. Le comunicazioni ricevute in questi giorni da bar e ristoranti autorizzati dal Comune di Terni a mettere i tavoli all'aperto a fronte del pagamento dell'occupazione di suolo pubblico, relative ad importi stratosferici da versare per lo smaltimento dei rifiuti urbani prodotti all'esterno dal 2016 al 2020, scatenano le ire di Confcommercio. «Ben consapevoli di quanto previsto dalla normativa riteniamo inopportune le modalità con cui l'Ente gestisce il servizio, l'informazione ai contribuenti, i controlli». Una condanna bella e buona all'operato della pubblica amministrazione. «Fermo restando l'obbligo di pagamento del tributo segnala l'associazione non si possono fare accertamenti così tardivi». In sostanza il Comune, a seguito del rilascio dell'autorizzazione dell'occupazione del suolo pubblico avrebbe potuto calcolare ed applicare il tributo che invece chiede sei anni dopo. «In termini procedurali insospettisce il fatto che riguardi un numero rilevantissimo di operatori, a testimonianza del fatto che qualcosa, forse, non ha funzionato al meglio» - tuona Stefano Lupi, presidente di Confcommercio Terni. «I soliti problemi. Nella migliore delle ipotesi la pubblica amministrazione continua a scaricare le proprie inefficienze sulle imprese. Nella peggiore - commenta - arriva al limite della scadenza per incassare, oltre al tributo, gli interessi. L'unica amara certezza è che il Comune di Terni ha agito senza preoccuparsi degli effetti che i tempi delle scelte e delle azioni producevano sui bilanci delle piccole imprese del settore della ristorazione, da tempo alle prese con le difficoltà della pandemia prima ed ora dei rincari energetici e dell'inflazione».

L'ATTACCO

Trincerarsi dietro l'obbligatorietà del tributo equivale, per Confcommercio, a non assumersi le responsabilità di gestione di un corretto rapporto con il contribuente. Lupi è un fiume in piena: «L'amministrazione non può più essere solo spettatrice, deve diventare protagonista della trasformazione digitale della macchina pubblica. Non può parlare di "smart government" e non applicare le potenzialità digitali nell'erogazione dei servizi». Sulla vicenda dei recuperi della Tari l'associazione di categoria auspica che «in tempi brevissimi, si individuino azioni e soluzioni che rispettino il ruolo che le piccole imprese locali hanno sulle dinamiche economiche della città. Per questo abbiamo chiesto un incontro urgente all'amministrazione comunale». Nel frattempo molte lettere di Municipia (il concessionario per l'accertamento e il recupero dei tributi) sono già sul tavolo di avvocati e commercialisti: «Li abbiamo incaricati di agire. Non ci possono chiedere il doppio del dovuto» - obiettano i ristoratori.

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Il Messaggero