Mattia Lucarelli ai domiciliari per violenza sessuale L'ex mister della Ternana difende il figlio: "E' innocente"

Mattia Lucarelli ai domiciliari per violenza sessuale L'ex mister della Ternana difende il figlio: "E' innocente"
TERNI - «Pensavate che scappassi e non ci mettessi la faccia. Mi dispiace deludervi ma ce l’ho sempre messa per tante cose, figuriamoci per una cosa che ho creato io,...

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TERNI - «Pensavate che scappassi e non ci mettessi la faccia. Mi dispiace deludervi ma ce l’ho sempre messa per tante cose, figuriamoci per una cosa che ho creato io, per un ragazzo che ho educato io, che ho cresciuto io, e al quale ho trasmesso sempre dei grandi valori, dei valori di grande orgoglio, di tolleranza, di essere contrari a ogni forma di violenza soprattutto contro le donne».

Cristiano Lucarelli, ex allenatore della Ternana, affida a un video su instagram il suo commento sull’arresto del figlio, Mattia. Il 23enne da ieri è agli arresti domiciliari insieme a Federico Apolloni, 22 anni, con l’accusa di aver preso parte a una violenza sessuale di gruppo commessa dieci mesi fa ai danni di una studentessa americana nel capoluogo lombardo.

Secondo quanto ricostruito dalla procura di Milano, che ha diretto gli agenti della quarta sezione della squadra mobile, la giovane americana, dopo una serata trascorsa in discoteca con alcune amiche, aveva accettato un passaggio in auto da cinque giovani che, invece di riaccompagnarla a casa, l’avrebbero condotta in un appartamento in centro. E’ lì che la ragazza sarebbe stata costretta dal gruppo a subire la violenza che sarebbe stata commessa, per l’accusa, dai due destinatari del provvedimento di custodia cautelare eseguito ieri.

A complicare il quadro indiziario dei due calciatori della squadra di serie D del Livorno, il racconto di alcuni testimoni e l’analisi delle immagini trovate sui cellulari della vittima e dei presunti autori.

«Se prima ero convinto che mio figlio fosse innocente - dice Cristiano Lucarelli -  dopo aver letto gli atti rafforzo ancora di più l’idea e inviterei con i commenti a stare calmi, perché non è neanche una sentenza di primo grado. Siamo alle indagini preliminari - aggiunge l’ex mister rossoverde - e purtroppo, visto che dopo aver letto gli atti sono ancora più convinto dell’innocenza di mio figlio, ovviamente si è buttata sul campo del processo mediatico, che era quello che ci spaventava, perché l’argomento è sensibile e si rischia di dare giudizi affrettati».

Lucarelli, che appare sereno nonostante il clamore suscitato dall’arresto del giovane calciatore, mostra di voler chiarire una vicenda che, sostiene l’ex tecnico rossoverde, ha ancora molti punti oscuri.

«La misura cautelare è legata al fatto che Mattia e l’altro  indagato sono stati intercettati, senza sapere di esserlo, durante una telefonata dove loro parlavano di un’ingiustizia, di uno scherzo e quindi, secondo chi li ha ascoltati, non si evinceva dalla conversazione tra i due ragazzi l’ammissione di colpevolezza. Della serie io non ho commesso il fatto, mi sento tranquillo, tu mi ascolti, evinci questa cosa e mi costringi a un provvedimento domiciliare perché non senti nelle mie parole il pentimento. Ma se non ho commesso il fatto – si domanda Lucarelli - perché durante una telefonata dovrei sentirmi colpevole? È una riflessione che bisognerebbe fare perché anch’io queste cose le  ho sempre sentite in televisione, ma quando ci sei dentro capisci tante cose».

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Il Messaggero