Matrimoni combinati delle figlie: alla sbarra la madre e il padre

IL tribunale di via XIV Settembre
Figlie promesse in spose a due perfetti sconosciuti all’estero: è accaduto a Castiglione del lago dove, adesso, due genitori serbi, di 41 e 44 anni, sono accusati del...

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Figlie promesse in spose a due perfetti sconosciuti all’estero: è accaduto a Castiglione del lago dove, adesso, due genitori serbi, di 41 e 44 anni, sono accusati del reato di costrizione o induzione al matrimonio. Dalle carte giudiziarie emerge che gli imputati avevano organizzato le feste di fidanzamento e le nozze: le giovani, però, sono scappate a chiedere aiuto ai servizi sociali e ai carabinieri. I fatti oggetto delle contestazioni penali vanno dal 2018 al 2021. Stando a quanto ricostruito dal pubblico ministero Laura Reale le figlie - una delle quali all’epoca ancora minorenne - si sarebbero dovute sposare con due uomini, il primo un kosovaro che vive in Germania, l’altro un serbo-bosniaco che abita a Boston, negli Stati Uniti. 


Per quanto riguarda la figlia più giovane il pubblico ministero Laura Reale contesta ai genitori indagati anche il fatto di essersi «approfittati delle condizioni di inferiorità fisica e psichica» e di aver «abusato delle relazioni familiari». «In particolare - si legge negli atti dell’accusa - organizzavano il matrimonio combinato con il kosovaro residente in Germania stabilendo che nell’agosto 2019 la figlia avrebbe dovuto raggiungerlo». Sulle prime la partenza è stata rimandata per problemi legati al permesso di soggiorno, poi la ragazza ha chiesto aiuto ad un’assistente sociale che ne ha deciso il trasferimento in una struttura protetta. Quando, però, la promessa sposa, è uscita dalla comunità per tornare a casa i genitori hanno «continuato nel proposito criminoso»: la data delle nozze era stata fissata per marzo 2020, data da rimandare per le difficoltà legate al Covid, ma anche perché la giovane «ha nuovamente contattato l’assistente sociale ed è stata trasferita per la seconda volta nella struttura protetta». Per la figlia maggiore, invece, destinata a «un cittadino di origini serbo-bosniache residente a Boston», nel settembre 2021 era stata «fissata una riunione alla quale erano stati invitati, oltre che la figlia, anche alcuni parenti e la madre del futuro sposo, affinché quest’ultima potesse visionare» la giovane «e concludere l’accordo circa il matrimonio combinato». A quell’incontro - si legge negli atti dell’inchiesta - ne è seguito un altro: la madre e il padre indagati hanno «pianificato, a distanza di alcuni giorni, lo svolgimento della festa di fidanzamento alla quale hanno partecipato numerosi parenti e deciso che intorno alla metà del mese di ottobre 2021» la figlia «si sarebbe dovuta recare a Boston». Lei, invece, è andata dai carabinieri. 

Alcune settimane fa le persone offese sono state sentite in incidente probatorio dal giudce per le indagini preliminari di Perugia nell’ambito di un incidente probatorio: dinanzi al magistrato hanno ritrattato qualche accusa inizialmente messa nero su bianco in caserma. L’udienza preliminare si terrà l’8 febbraio dinanzi al gup Valerio D’Andria. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero