TERNI Quest'anno la prima campanella, che darà il via alle lezioni suonerà nello stesso giorno per tutti gli studenti ternani: lunedì 14 settembre tutti...
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Sacrificate alla nuova didattica anche l'aula magna del liceo scientifico Donatelli e quella dell'Itt Allievi Sangallo. Stessa cosa all'Ipsia Pertini ed allo scientifico Galilei. Qualche laboratorio trasformato in aula anche al classico Tacito. Queste riconversioni sono imposte da un duplice motivo: la necessità di avere spazi ampi per le classi numerose, e l'impossibilità di sanificare quelle aule ogni ora ossia appena esce una classe e ne dovrebbe entrare un'altra. «Impossibile garantire la sanificazione all'interno della stessa mattina, lo facciamo al termine delle lezioni in tutti gli spazi della scuola e già questo ci pone non pochi problemi», sottolinea Cinzia Fabrizi dirigente dell'Itt Allievi-Sangallo.
All'Ipsia sono state acquistate 40 macchine sanificatrici per disinfettare aule e spazi comuni. Tutti a scuola muniti di mascherina da indossare negli spazi comuni e al momento dell'entrata e dell'uscita. Qualche istituto ha già acquistato le mascherine da distribuire agli alunni, altri hanno deciso di fornirle ai docenti e al personale Ata ma non agli studenti, altre scuole stanno vedendo quale via seguire.
«Io ho comprato 10.000 mascherine, è vero che i ragazzi dovrebbero portarla, ma già abbiamo mille procedure da rispettare, ho deciso di fornire io le mascherine per accelerare i tempi di entrata», dice Fabrizio Canolla dirigente dell'Ipsia Pertini. Gli unici studenti ternani che continueranno parte delle lezioni on-line saranno quelli del Cpia, centro permanente istruzione adulti, che funziona presso l'Ipsia. Il cinquanta per cento delle lezioni verranno svolte a scuola il resto a distanza. Sperando nella bella stagione al Casagrande Cesi si sta curando il giardino della scuola e il piccolo orto annesso per utilizzarlo come luogo in cui fare attività di gruppo. Un'aula a cielo aperto. «Abbiamo già iniziato lo scorso anno un laboratorio per trasformare in compost i residui delle cucine e utilizziamo quel materiale come concime. Ora lo spazio ci potrebbe tornare utile», spiegano alla scuola di largo Paolucci.
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Il Messaggero