Maria morta di influenza in ospedale a Perugia, sentiti trenta medici

Maria Elia
PERUGIA - La procura di Perugia ha conferito ieri l'incarico all'infettivologo che dovrà aiutare a dipanare il mistero sul dramma di Maria Elia, la diciassettenne...

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PERUGIA - La procura di Perugia ha conferito ieri l'incarico all'infettivologo che dovrà aiutare a dipanare il mistero sul dramma di Maria Elia, la diciassettenne morta domenica 27 marzo per influenza in ospedale. Il pm Paolo Abbritti, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti, è infatti fermamente impegnato nella volontà di capire prima di tutto come sia morta Maria, per valutare eventuali responsabilità.

Una storia terribile, quella della giovane di Balanzano, che da settimane tiene impegnate le pagine della cronaca anche nazionale, tanto da interessare il ministero della Salute che martedì ha mandato al Santa Maria della misericordia addirittura gli ispettori. Una visita e un accertamento considerati dall'Azienda ospedaliera un atto dovuto vista la grande eco mediatica su un caso che, per adesso, sembra una tragica fatalità. Gli ispettori ministeriali, nelle diverse ore passate in ospedale, hanno visionato la cartella clinica di Maria e ascoltato addirittura trenta medici, tutti quelli che hanno preso in carico la ragazzina dal suo arrivo al pronto soccorso venerdì sera a quelli della Rianimazione e di Malattie infettive che si sono occupati di lei facendo il possibile per salvarle la vita. Secondo quanto emerso dalle prime analisi e in attesa dei risultati dell'autopsia svolta dal medico legale Donatella Fedeli, Maria sarebbe morta per le complicanze dovute a una co-infezione di un virus dell'influenza A, l'H3N2, e un batterio farmacoresistente, lo stafilococco aureo, che ha reso inutili tutti gli antibiotici che le sono stati somministrati. Probabilmente producendo anche la tossina responsabile dello stato altamente compromesso con cui Maria è arrivata al pronto soccorso, con qualche linea di febbre e un eritema, ma soprattutto gravi difficoltà respiratorie sintomo della polmonite bilaterale in 36 ore che l'ha uccisa.


I genitori Gennaro e Roberta da quella domenica chiedono solo la verità, «senza puntare il dito contro nessuno», ma solo per capire come si possa morire di influenza a 17 anni. Esattamente il motivo della scelta della procura di nominare un infettivologo: è importante scoprire la causa della morte per poi ricostruire il percorso di eventuali responsabilità, vagliando le posizioni non solo dei professionisti che l'hanno avuta in cura in quelle drammatiche e devastanti ore in ospedale, ma anche del medico di base chiamato dalla famiglia giorni prima del ricovero d'urgenza per quella che sembrava una banale influenza da curare con la Tachipirina. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero