Magione, brutti voti al maresciallo ma il Tar lo promuove

Magione, brutti voti al maresciallo ma il Tar lo promuove
MAGIONE Bocciato e rimandato a settembre. Da comandante ad addetto. Ma il Tar gli rialza voti e stellette: storia del...

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MAGIONE Bocciato e rimandato a settembre. Da comandante ad addetto.


Ma il Tar gli rialza voti e stellette: storia del carabiniere, fedele nei secoli ma che batte il ministero.

È la storia di Vincenzo Crecco, maresciallo capo dell'Arma e fino al primo settembre scorso al comando della stazione di Magione. Ma la pagella stilata dai suoi superiori, per l'anno 2013, con uno stirato «nella media» lo fa trasferire a Corciano. Regredito ad addetto e pure senza alloggio di servizio. Il maresciallo non ci sta e, con gli avvocati David Zaganelli ed Emilio Bagianti, fa ricorso al Tribunale amministrativo regionale. I legali contestano al ministero della Difesa e ai comandi regionale e provinciale dei carabinieri quel trasferimento per servizio parlando di «violazione e falsa applicazione di leggi e circolari, eccesso di potere per illogicità, incoerenza, travisamento, sviamento e contraddittorietà, insufficienza della motivazione».

I VOTI

In pratica, Crecco ha ricordato ai giudici come le sue valutazioni, negli anni precedenti e nello stesso 2013, fossero di «superiore alla media» e di «eccellente», mentre quel voto basso che gli ha fatto perdere il ruolo di comandante sarebbe dovuto a «relazioni tese e conflittuali con le istituzioni locali mai riscontrate in contraddittorio con il ricorrente», come riassume il Tar. Il ministero ha invece ricordato «l'ampia discrezionalità tecnica dei superiori gerarchici in valutazioni dei militari sottoposti», oltre alla «piena autonomia e indipendenza delle valutazione».

L'ANNULLAMENTO


I giudici del Tar (il presidente Cesare Lamberti, con Stefano Fantini e Paolo Amovilli) hanno allora preso in esame i giudizi di «vivissimo apprezzamento per l'attività svolta e l'elevata professionalità» del maresciallo capo, rilevando «la manifesta contraddittorietà dell'operato dell'amministrazione, risultando il giudizio in evidente contraddizione con quanto contenuto nelle stesse relazioni periodiche annuali». Il Tar ha quindi accolto il ricorso di Crecco, annullando la valutazione e, di conseguenza, il trasferimento. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero