Magione, abbandona l’anziana di 85 anni cieca e disabile: badante condannata

Nella foto d'archivio un'anziana con la badante
Una badante moldava è stata condannata a quattro mesi di reclusione per aver abbandonato un’anziana di 85 anni disabile e non autosufficiente che assisteva nel...

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Una badante moldava è stata condannata a quattro mesi di reclusione per aver abbandonato un’anziana di 85 anni disabile e non autosufficiente che assisteva nel proprio appartamento di San Feliciano, a pochi chilometri di Magione. La pena è stata inflitta ieri mattina dal giudice per l’udienza preliminare Piercarlo Frabotta all’esito del processo svolto a Perugia con rito abbreviato. La scelta del rito ha consentito all’imputata, 47 anni, difesa dall’avvocato Rita Puce, l’ottenimento di uno sconto di un terzo sulla condanna. Contro di lei la Procura della Repubblica rappresentata in aula dal pubblico ministero Patrizia Mattei aveva sollecitato una pena pari a 16 mesi di carcere. I fatti risalgono al giugno del 2020 ma solo ieri è arrivata la prima verità giudiziaria; nel frattempo l’anziana, con gravissimi problemi alla vista e altri che ne limitavano in maniera importante gli spostamenti, è morta. Il processo contro la sua ex badante, in ogni modo, è andato avanti.

Nelle carte della Procura si legge che la moldava, regolarmente assunta per prestare le cure necessarie alla donna non autosufficiente che, come detto, necessitava di assistenza continuativa a causa delle gravi malattie che le impedivano di deambulare, «in più occasioni si è allontanata dall’abitazione della donna a Magione senza plausibile giustificazione e senza curarsi di avvisare i familiari né altre persone in grado di provvedere alla cura o all’accudimento».«La persona offesa – sostiene il pm Mara Pucci nella richiesta di rinvio a giudizio, sostituita in aula dalla collega Mattei arrivata qualche mese fa dalla Procura di Spoleto – veniva abbandonata a se stessa ed esposta a rischio concreto di pregiudizio per la propria incolumità».

Quel giorno di giugno 2020 agli agenti della polizia municipale di Magione, coordinati dal maresciallo Andrea Volpi, era arrivata una segnalazione da parte dell’assistente sociale e dell’amministratore di sostegno dell’anziana riguardante i presunti allontanamenti da parte della moldava che da tempo ormai si era trasferita a vivere nella casa dell’85enne, impegnandosi a garantirle assistenza 24 ore al giorno. Effettivamente, quando gli agenti hanno raggiunto la villetta, non hanno trovato nessuno ad aprire il portone: con mezzi di fortuna si sono dunque arrampicati fino alla finestra dimenticata aperta del primo piano e, nella camera, hanno trovato la donna da sola, abbandonata. L’intervento è avvenuto intorno alle 10 ma si è protratto per alcune ore considerato che la moldava è rincasata intorno all’ora di pranzo, quando nell’appartamento erano già arrivati anche l’assistente sociale e l’amministratore di sostegno. Sfogliando le carte giudiziarie si legge che l’imputata si era allontanata fino a Perugia e «solo casualmente, dopo oltre tre ore e mezzo, l’anziana è stata ritrovata in casa da una pattuglia della polizia municipale che ne constatava lo stato di abbandono su segnalazione dell’assistente sociale e dell’amministratore di sostegno, intervenuti per una visita domiciliare senza poter accedere per prestare assistenza». È dunque scattata la denuncia e si è innescato il procedimento penale conclusosi oggi, attraverso il giudizio del gup Frabotta che ha emesso la sentenza dopo una breve camera di consiglio.

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Il Messaggero