Mafia tunisina dello spaccio a Perugia: preso il "braccio destro" del super boss

Mafia tunisina dello spaccio a Perugia: preso il "braccio destro" del super boss
L’operazione “S.M.G.O.” (Show Must Go On) della squadra mobile, eseguita lo scorso ottobre, è giunta ad una significativa svolta: grazie alla cooperazione internazionale...

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L’operazione “S.M.G.O.” (Show Must Go On) della squadra mobile, eseguita lo scorso ottobre, è giunta ad una significativa svolta: grazie alla cooperazione internazionale tra la Polizia di Stato, la polizia elvetica e gli organismi di collegamento internazionale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, è stato individuato, estradato e catturato il “boss” del sodalizio criminale, prevalentemente di origine maghrebina, stroncato e disarticolato dall'operazione degli investigatori diretti da Marco Chiacchiera e coordinati da Piero Corona e Roberto Roscioli.




Karim l'algerino: ovvero, il braccio destro del super boss che dava indicazioni dalla Tunisia e dall'Olanda su come, quando e quanta droga far arrivare a Perugia e da lì smerciarla non solo nel capoluogo ma in mezza Italia centrale.



​Lo spessore criminale di Karim, ma soprattutto il suo ruolo di rilievo nell’organizzazione criminale internazionale, erano emersi fin dalle primissime intercettazioni telefoniche, dalle quali appariva incontrovertibile la sua presenza nella maggior parte delle operazioni di “movimentazione” della droga, per coordinarle e dirigerle secondo la volontà e gli interessi del “capo”, che dava disposizioni dalla Tunisia o dall’Olanda.



​Singolare, cosa tipica di chi è abituato a gestire affari illeciti di un certo livello, la sua capacità di rimanere sempre “fuori” dagli scambi, senza mai “toccare la roba”, ma essendo comunque sempre presente e vigile su qualsiasi attività del gruppo di spaccio.



​Karim, con grandissima arguzia ed elevatissima capacità di dissimulazione, curava l’ingresso di ingenti quantitativi di “eroina” e “cocaina” a Perugia, mantenendo un costante contatto, attraverso i propri collaboratori più fidati, con il vertice all’estero.​



​Comunicazioni telefoniche ridotte allo stretto indispensabile o per interposto interlocutore e sempre con schede telefoniche diverse, conversazioni con i referenti ed i collaboratori tenute per lo più all’aperto ed in luoghi poco affollati, continua condivisione delle decisioni con il capo superiore: nelle modalità operative di Karim, come l’indagine della Squadra Mobile ha evidenziato, vi erano tutti i tratti distintivi di un vero e proprio “boss”, caratterizzato dal profilo tipico di chi gestisce un’organizzazione criminale di un certo spessore.



​Un’ulteriore elemento distintivo dell’”algerino”, da vero capo-clan, è emerso a seguito delle catture: Karim, appena ha appreso dell’operazione in corso a carico dei suoi subalterni, ha fatto perdere ogni traccia di sé, scomparendo da Perugia.



LE RICERCHE INTERNAZIONALI

Gli uomini della Mobile, ovviamente, non si sono arresi, ed hanno continuato le sue ricerche, attivando le procedure per la localizzazione internazionale, grazie alla collaborazione di Interpol, Divisione del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale.



​Il trafficante, individuato in Svizzera dalla locale polizia, è stato catturato e sottoposto ad estradizione per l’Italia. Lo scorso martedì 16 dicembre, la polizia svizzera ha proceduto alla consegna del BERKANE ad un pool composto dal personale della Squadra Mobile di Perugia e della Polizia di Frontiera di “Como-Ponte Chiasso”.



​Dopo la notificazione dell’ordine di custodia cautelare che lo attendeva, il catturato è stato accompagnato presso la Casa Circondariale di Como, a disposizione del Sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Perugia, Manuela ComodI. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero