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Lugnano comunità operosa. Dai Mulini alla Fabbrica di Lampadine. L'appuntamento con la storia delle realtà imprenditoriali che si sono sviluppate nei secoli sul territorio è per sabato 12 novembre. Un'iniziativa, giunta alla sua seconda edizione, e organizzata dal Comune e dall’ Aipai (Associazione italiana per il patrimonio archeologico industriale), associazione culturale che investe in conoscenza e mantenimento delle strutture industriali e agricole. Scopo del convegno è far conoscere e valorizzare il territorio umbro anche per nuove opportunità di lavoro e occupazione per le giovani generazioni sfruttando il grande patrimonio architettonico, artistico, culturale e storico del territorio.
«Parteciperanno – informa il vice sindaco di Lugnano e presidente dell’associazione Borghi d’Italia Umbria Alessandro Dimiziani - docenti dell’Università La Sapienza di Roma e dell’Università di Perugia, professionisti del restauro su edilizia storica ed architettonica e rigenerazione industriale con i quali si sta cercando di determinare una prima mappatura di eccellenze del nostro territorio, spesso troppo disperse e sconosciute come i molini da grano e da olio o altre strutture non più in uso. Eccellenze che potrebbero aggiungersi alle altre presenti e aumentare il tenore attrattivo dei nostri borghi. Oltre – aggiunge poi - all’elemento propulsore sul quale è incentrata ed è nata questa iniziativa e cioè lo studio della Fabbrica di Lugnano in Teverina, il simbolo e la memoria dell’economia agricola e dei tentativi di industrializzazione di Lugnano».
In occasione della seconda edizionel'osservazione si è estesa al patrimonio dei territori limitrofi, nella fattispecie l’ex-pastificio Federici trasformato oggi dall’azienda Talenti.
All'evento interverrà anche il presidente nazionale dei Borghi più Belli d’Italia, Fiorello Primi, per focalizzare l’attenzione sulla conoscenza delle piccole realtà e la loro conservazione materiale e antropologica. Un'azione necessaria a fronte dello spopolamento e abbandono di cui sono vittine da tempo, rischiando di perdere quel patrimonio materiale e immateriale che fino ad oggi li ha resi attrattivi e vivi.
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Il Messaggero