Lotta al Covid: a Foligno il figlio batte la mamma di 92 anni per la dose di vaccino

Lotta al Covid: a Foligno il figlio batte la mamma di 92 anni per la dose di vaccino
FOLIGNO - La mamma si deve vaccinare, ma lui la batte sul tempo....

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FOLIGNO - La mamma si deve vaccinare, ma lui la batte sul tempo. “Il 26 febbraio ho prenotato la vaccinazione anti Covid per mia mamma, 92 anni. L’appuntamento è per l’11 maggio all’aeroporto di Foligno. Poi abbiamo ricevuto un messaggino che ci illustrava la possibilità di anticipare la somministrazione. Ed è stato in quel contesto che ho scoperto che io, suo figlio che di anni ne ho 69, potevo fare il vaccino. E dopo 24 ore l’ho fatto. Per me c’è voluto un giorno mentre per mamma l’attesa è di tre mesi”. A raccontare a Il Messaggero questa esperienza da lotta alla pandemia è Giampiero Gubbini, ex dipendente del Comune in pensione. Un racconto, il suo, che è del tutto scevro da polemiche e che punta a spiegare a chi dovesse prenotare la vaccinazione a cosa ci si trova davanti. “Come detto – prosegue Gubbini – la vaccinazione per mia madre è stata prenotata il 26 febbraio scorsi con appuntamento per l’11 maggio. Poi è arrivato il messaggio che ci indicava la possibilità di anticipare la somministrazione. Sono andato in farmacia per valutare questa possibilità e qui è scattato il mio sorpasso vaccinale su mamma. Il farmacista – prosegue – è stato gentilissimo e mi ha detto che per chiedere l’anticipazione della somministrazione, così come prevede la procedura generale, si doveva cancellare la prenotazione per poi rifarla e quindi attendere il nuovo appuntamento in anticipo sulla data precedente. E qui si è aperto un ulteriore scenario. L’anticipazione, come è ovvio, è sulla data e non si può conoscere, finché non si procede con l’iter, la sede vaccinale. Un veloce ma essenziale ragionamento mi ha spinto a lasciare tutto come è con la prenotazione del 26 febbraio. Mia madre ha 92 anni è un conto è accompagnarla alla vaccinazione a Foligno, ben altra cosa è mettersi in viaggio verso altri territori. Ragionando col farmacista c’è stata una ulteriore evoluzione della nostra vicenda vaccinale familiare. Io e mia madre viviamo insieme e, quindi, grazie allo spunto emerso nel ragionamento con il farmacista ho avuto contezza di essere il suo caregiver. Da qui, ed era la giornata di mercoledì, sono state avviate le verifiche procedurali tese a capire se fossi in possesso dei requisiti per sottopormi alla vaccinazione. Il sistema informato ha dato il suo responso che ha dato l’ok alla mia vaccinazione. Mercoledì è stata fatta la prenotazione e giovedì, cioè ieri, ad appena 24 ore di distanza mi sono vaccinato a Spoleto. Ero andato all’appuntamento con uno spirito combattuto: per il 60% ero pronto a farlo e per il rimante 40% avevo molte riserve. Fatta la vaccinazione posso dire che tutta la procedura s’è svolta serenamente e anche le remore, legate pure all’approccio psicologico, hanno lasciato il passo ad una rinnovata e completa serenità. Prossima tappa – conclude - la vaccinazione di mamma”. Figlio batte madre sulla lotta alla pandemia. Potrebbe sembrare assurdo, ma è la realtà. Una realtà che spiega anche grazie a questa storia, l’efficacia dell’azione vaccinale che va a somministrare le dosi a precise categorie secondo un altrettanto preciso calendario. Ma c’è anche un elemento ulteriormente importante e in egual modo positivo: la funzione del farmacista. Un ruolo, questo, spesso non tenuto nella giusta considerazione ma che, come i medici di medicina generale, è il miglior modo per spiegare la conoscenza dei territori e le esigenze di chi li vive. Il tutto attraverso un approccio franco che ha risolto più problemi dando i consigli più adeguati.

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Il Messaggero