Lorenzo Barone, dalla savana africana alla tundra artica in bicicletta: la nuova impresa del viaggiatore solitario

Un anno in bicicletta sulla strada più lunga del mondo, attraverso tre continenti e passando dai 50° della savana africana ai -60° della gelida tundra artica....

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Un anno in bicicletta sulla strada più lunga del mondo, attraverso tre continenti e passando dai 50° della savana africana ai -60° della gelida tundra artica. E' cominciata la nuova avventura di Lorenzo Barone, il 24enne umbro di San Gemini che attraverserà in bicicletta e in solitaria dodici paesi per un viaggio di 29 mila chilometri da Capo Agulhas (Sudafrica) fino a Capo Dezhnev, in Russia. Più di un anno in sella, l'obiettivo è completare il tragitto entro aprile 2023.

Dalla savana africana alla tundra artica in bicicletta: la nuova impresa di Lorenzo Barone

Barone è partito oggi da Roma Fiumicino destinazione Sudafrica. Dopodomani, domenica 20 febbraio, da Città del Capo scenderà a Capo Agulhas per poi risalire lungo Namibia, Zambia, Tanzania, Uganda, Kenya, Etiopia, Sudan ed Egitto. A giugno dovrebbe sbarcare in Turchia, poi attraversando la Georgia arriverà in Russia. Lì si riabbraccerà con la moglie Aygul, conosciuta durante la traversata della Siberia nel 2020, in piena pandemia Covid, per poi percorrere le piste invernali sui fiumi ghiacciati in Yakutia e successivamente trainare la slitta con gli sci attraverso la Chukotka.

«Ho lavorato per mesi sull'equipaggiamento - spiega Lorenzo - cercando la perfezione in ogni dettaglio. Negli ultimi anni ho viaggiato in diverse zone remote della terra, arrangiandomi con il poco che avevo. Modificavo le componenti dell'equipaggiamento per renderle utilizzabili anche nelle condizioni più difficili. In questa nuova avventura, grazie all'aiuto di alcune aziende che si sono interessate al mio progetto, ho deciso di usare i materiali a mio parere più robusti e performanti sul mercato».

Barone utilizzerà per il suo lungo viaggio tre assetti diversi. «Dal Sudafrica all'Egitto per circa 12-13.000 chilometri userò il portapacchi anteriore con le borse, per trasportare, se necessario, abbondanti scorte di acqua e cibo. Dalla Turchia alla Yakutia per circa 11.000 chilometri seguirò quasi esclusivamente le strade asfaltate e per questo avrò un assetto molto leggero che mi permetterà di coprire lunghe distanze in poco tempo. Dalla Yakutia alla Chukotka sarà possibile pedalare solo in inverno e in primavera. Percorrerò i fiumi ghiacciati usati come strade e la bici sarà molto più pesante perché trasporterò l'equipaggiamento per sopravvivere in completa autonomia a temperature di -55/-60°C. Infine, per arrivare allo stretto di Bering dovrò trainare una slitta a piedi con gli sci per quasi mille chilometri. Comprerò la slitta, gli sci e tutto il necessario quando arriverò in Russia. Questo viaggio è il più difficile che avrò mai anche solo tentato. L'equipaggiamento è il migliore che io abbia mai avuto ma l'entusiasmo e le emozioni sono sempre le stesse».

Oltre un anno in bicicletta per questo ragazzo pieno di energia ed entusiasmo che ha cominciato a pedalare alla scoperta del mondo ad appena 18 anni con una vecchia bici della mamma rimessa a posto in garage e con la quale arrivò fino in Portogallo. Da lì in poi è stato un susseguirsi di imprese che hanno fatto crescere l'attenzione intorno. Nel 2020 in piena pandemia è stato capace di compiere la traversata della Siberia in pieno inverno transitando sulla strada più a nord del mondo. Tra le altre imprese nel suo giovane ma nutrito curriculum, sempre in bicicletta e sempre in solitaria, ci sono Capo Nord, l'Islanda, il deserto del Sahara in piena estate, India e Himalaya nella giungla popolata da elefanti e tigri, e ancora Giappone e Corea del Sud. Proprio durante l'impresa in Siberia, Lorenzo si è sposato con una ragazza del luogo conosciuta durante il viaggio, Aygul: «L'avventura che sto per affrontare sarà la più difficile della mia vita, non solo a causa delle temperature, delle malattie tropicali, dei vari animali e delle zone di conflitto, ma perché sarò lontano da lei - conclude Lorenzo - se continuo a vivere questa mia passione è anche perché so che lei crede in me e in ciò che faccio».

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Il Messaggero