Terni, al Gazzoli convegno con Censis Formu PA sulle idee di Adriano Olivetti

Terni il convegno del Gazzoli
TERNI - L'economia sociale di mercato e la Terni del futuro. Franco Todini sta mettendo le pietre che indicano il suo percorso verso Palazzo Spada. «Terni è una città...

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TERNI - L'economia sociale di mercato e la Terni del futuro. Franco Todini sta mettendo le pietre che indicano il suo percorso verso Palazzo Spada. «Terni è una città industriale, ma il vero valore del territorio sono gli operai e gli imprenditori con le loro competenze e la loro cultura del lavoro». Franco Todini dalla sella del Cammello che lo dovrebbe portare verso Palazzo Spada si ispira ad Adriano Olivetti per trovare la giusta ricetta di governo del Comune di domani.




Non getta alle ortiche il passato: «Gli attuali assetti vanno difesi con ogni mezzo, ma occorre intercettare le occasioni per creare opportunità che proiettino il territorio verso nuovi modelli di sviluppo. Ogni possibilità di ripresa, in un contesto socio-economico quale quello attuale, deve partire dal basso, cioè dai territori».







Serve, insomma, per Todini, «un grande progetto strategico che metta insieme pubblico, privato e no profit, per far diventare questo nostro territorio uno dei distretti europei dei nuovi produttori, utilizzando i fondi degli investitori istituzionali e le risorse dell’Agenda Europa 2020 orientate all’economia sociale di mercato, pari a circa 820 milioni».









Al convegno del Gazzoli, che ha visto salire sul Camello Giuseppe Roma, direttore del Censis; Carlo Mochi Sismondi, presidente del Forum PA; Andrea Rapaccini, del movimento Make a Change e l'imprenditore Johnny Dotti, si è però parlato anche delle occasioni mancate da Terni. Come ad esempio il Centro Multimediale. «Un'opportunità persa – ha chiosato Giuseppe Roma - A Terni molte cose si possono fare. Franco Todini deve misurare le sue idee, mettere mano alla macchina del Comune e creare le condizioni, incentivando i giovani e le donne».







Carlo Mochi Sismondi ha toccato l'argomento delle smart city: «Tutti gli aspetti della città devono essere smart altrimenti nulla è smart. Non bastano tre semafori intelligenti e una pista ciclabile. Open government significa che i cittadini possono mettere mano attivamente e non solo essere informati. Tutto si basa su trasparenza, partecipazione e collaborazione».







Andrea Rapaccini ha indicato percorsi diversi tra mercato libero, non in grado di dare risposte ai problemi sociali dei cittadini, e settore pubblico, in crisi di risorse e capacità progettuali: «Bisogna avere il coraggio di intraprendere nuove strade. Il business sociale è una risposta della società civile dove privato e pubblico costruiscono un nuovo patto per gestire con responsabilità ed efficienza i beni ed i servizi di interesse comune di una città»









Johnny Dotti ha messo a fuoco l'anima delle innovazioni: «La condizione oggi indispensabile è avere una politica che sia più preoccupata di ispirare questa innovazione che di gestirla e controllarla direttamente. Molte risorse economiche, culturali e relazionali possono essere liberate per avere una società più giusta e più bella». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero