Lega, congresso in estate: parola di Matteo Salvini. La vicenda di Terni è diventato un caso e all’orizzonte ci sono le elezioni regionali

L’annuncio da parte del “Capitano” ai big del partito nella visita di venerdì

Foto ricordo per la visita di Matteo Salvini a Foligno venerdì
I nodi sono venuti al pettine. La Lega andrà al congresso regionale entro l’estate. Lo ha confidato ai suoi – senza tanti giri di parole – Matteo Salvini...

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I nodi sono venuti al pettine. La Lega andrà al congresso regionale entro l’estate. Lo ha confidato ai suoi – senza tanti giri di parole – Matteo Salvini nella visita di venerdì tra Valfabbrica e Foligno. Il caso Terni ha fatto clamore ben oltre i confini del Cuore verde: per la Lega è stato un autentico disastro. Il Carroccio ne è uscito se possibile peggio degli altri partiti del centrodestra: da un sindaco più tredici consiglieri comunali a zero eletti a Palazzo Spada, per giunta con un partito in frantumi.


I due congressi provinciali, tenuti in dicembre, non erano serviti a pacificare la situazione. A Terni il nome di David Veller – voluto dal segretario regionale Caparvi – era passato liscio. A Perugia era stato braccio di ferro duro e l’aveva spuntata l’assessore di Umbertide Francesco Cenciarini, una scelta con sopra ben impresso il timbro del deputato Riccardo Marchetti e con il segretario regionale Caparvi costretto alla prudente ritirata strategica delle sue proposte (prima Luciano Capoccia di Deruta e poi il sindaco di Foligno Stefano Zuccarini) per evitare uno scontro dal quale sarebbe uscito probabilmente sconfitto. Ma dopo il 37,4 per cento delle regionali 2019 la Lega non s’è fatta mancare nulla: espulsioni, fatte e poi ritirate, come nel caso di Melasecche, o annunciate, leggi l’ex senatore Luca Briziarelli.
La visita di Salvini di venerdì è stata scandita da due tempi, anche politici. A Valfabbrica, al cantiere della Perugia-Ancona, c’era la presidente Donatella Tesei e l’assessore regionale alle infrastrutture Enrico Melasecche. Insieme ai consiglieri di Palazzo Cesaroni. Più diplomatica, per stile e per ruolo la governatrice, decisamente più duro, per carattere e storia nel partito, Melasecche, ma entrambi avrebbero rappresentato al Capitano la necessità di un cambio di marcia nella gestione del partito in Umbria. La seconda fase, politica, della partita è andata in scena a Foligno, dove ad accogliere il ministro Salvini, accanto al sindaco Zuccarini, c’era il segretario regionale del Carroccio Virginio Caparvi che ha potuto giocarsi il suo tempo in solitaria.

E ora che succede? Di certo succederà presto. Il “caso Umbria” c’è, e non potrebbe essere altrimenti. Servirà un partito in condizioni almeno accettabili per difendere una presidente di Regione al voto il prossimo anno. La sensazione è che non basteranno le rassicurazioni di Salvini al ritmo di «squadra che vince non si cambia». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero