Narni, il miracolo della Sgl Carbon dalla morte della fabbrica al rilancio

Narni, il miracolo della Sgl Carbon dalla morte della fabbrica al rilancio
TERNI - Ripresa dell'attività produttiva all'inizio del secondo semestre 2015, riassunzione dei 98 lavoratori oggi impiegati, investimenti per un milione e mezzo di euro:...

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TERNI - Ripresa dell'attività produttiva all'inizio del secondo semestre 2015, riassunzione dei 98 lavoratori oggi impiegati, investimenti per un milione e mezzo di euro: sono alcuni dei punti principali del piano industriale quinquennale illustrato oggi a Roma alle organizzazioni sindacali dalla Morex, la società trevigiana che ha presentato una proposta di acquisto per la Sgl Carbon di Narni Scalo.




A riferire dell'esito dell'incontro, in una nota, sono Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil. In base al piano in questione, il passaggio di mano alla Morex (il cui core business è caratterizzato dalla attivita logistica, ma che si è detta fortemente interessata alla produzione di elettrodi di grafite) è previsto entro dicembre 2014, per poter impostare una programmazione di produzione già per il 2015, attraverso una ripresa produttiva all'inizio del secondo semestre 2015 e della fatturazione nel terzo trimestre 2015.



La Morex starebbe anche ragionando sull'ampliamento dei diametri delle produzioni che oggi vengono svolti nello stabilimento, con la possibilità quindi di ampliare i volumi di vendita. Quanto ai lavoratori, i due terzi dei 98 saranno rioccupati nell'estate 2015 ed entro giugno 2016 per i restanti, con la garanzia del trattamento economico e contrattuale in essere. Le parti si sono riaggiornate al 5 novembre prossimo, quando è previsto al Mise il tavolo ministeriale sulla vertenza.



«Saremo interessati a capire - commentano i sindacati - la valutazione del piano da parte del tavolo tecnico, e soprattutto gli impegni da parte dei soggetti istituzionali, affinchè la fase di start-up venga affiancata da tutti gli strumenti utili, che nel corso dei mesi le stesse istituzioni si sono impegnate a garantire. Ora - concludono - dopo tante parole si deve passare alla volta dei fatti».
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Il Messaggero