Perugia, un gatto e un capriolo studenti speciali al Liceo di Betto

Il recupero del capriolo al Di Betto con i volontari di Wild Umbria
PERUGIA - Scuola chiusa e inevitabilmente studenti e docenti a casa impegnati con la didattica a distanza. Ma nel pieno dell’emergenza coronavirus al Liceo Artistico...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
PERUGIA - Scuola chiusa e inevitabilmente studenti e docenti a casa impegnati con la didattica a distanza. Ma nel pieno dell’emergenza coronavirus al Liceo Artistico Bernardino di Betto c’era lo stesso qualcuno, due alunni davvero speciali: un gatto e un capriolo. A fare la singolare scoperta, domenica 17 maggio, un docente ed un tecnico del Liceo di via Canali, Marco Mariucci è Fabio Baldicchia. Per primo è stato scoperto il gatto, che da alcuni giorni si era nascosto nell’impianto di aspirazione dei forni dei laboratori, dove si cuoce la ceramica. Mariucci e Baldicchia hanno provveduto a smontare parte della struttura liberando l’animale. «È subito scappato, e mentre stavamo controllando dove fosse andato, la sorpresa».

All’improvviso, dal verde nella parte posteriore della scuola che confina con il parco della Pescaia, è sbucato un capriolo. Proprio poco tempo fa avvistamenti simili erano stati fatti in zona, fra la stazione e via Canali. Uno dei caprioli per qualche giorno si è trasformato in studente del Liceo del dirigente scolastico ingegnere Giuseppe Materia. Mariucci e Baldicchia, dopo aver consultato vigili del fuoco e carabinieri, sono entrati in contatto con Wild Umbria, l’associazione che si occupa del recupero di animali selvatici, presto intervenuta sul posto. L’animale «è stato recuperato e portato via dentro un’apposita cassa dopo la cattura con rete e sedativo – come spiega al Messaggero il professor Mariucci - per rilasciarlo in una zona più selvaggia ma non lontana».



IL PROGETTO Una giornata speciale insomma per il Di Betto, che nonostante il periodo difficile, continua a lavorare sodo su un progetto legato alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale. Il progetto Pon è L’orto dei colori «e mette insieme più esperienze che legano tutti i laboratori dell’istituto, dall’architettura alla moda». Grazie al supporto di esperti esterni come l’agronoma Luana Trinari, che da tempo collabora la scuola in questo percorso, è stato anche portato avanti il percorso di sistemazione del verde nella pertinenza dell’istituto, come più volte raccontato su queste colonne. Adesso c’è stato uno stop per il coronavirus, ma la scuola punta a portare a termine la missione. «è stata fatta manutenzione per l'orto che speriamo riusciamo a far decollare. Con la dottoressa Trinari stiamo procurando specie arboree da piantare con l'aiuto anche di realtà quali il parco della palude di Colfiorito, che quest’inverno ci ha permesso di prendere alcuni esemplari di Ramnus Chatartica dalle cui bacche i nostri antenati medievali ritraevano un giallo e un verde per la pittura di miniature».


Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero