La scienza è un gioco (anche da ragazze): il premio e il messaggio di Ursula Grohmann

Gli studenti premiati con il rettore Maurizio Oliviero
PERUGIA - Sul palco ci sono Myriam e Pietro, stretti nelle spalle di un dolore che non passerà, ma negli occhi la commozione e il liquido orgoglio di premiare piccoli...

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PERUGIA - Sul palco ci sono Myriam e Pietro, stretti nelle spalle di un dolore che non passerà, ma negli occhi la commozione e il liquido orgoglio di premiare piccoli scienziati nel nome della loro mamma.

Perché ieri, a due settimane esatte dalla scomparsa di Ursula Grohmann, ordinaria di Farmacologia del Dipartimento di Medicina e chirurgia, direttore del Centro universitario di Microscopia elettronica dell’ateneo perugino e ricercatrice di fama internazionale nel campo dei tumori e delle malattie autoimmuni, l'Università di Perugia – come promesso immediatamente dal rettore Maurizio Oliviero - ha dedicato la giornata “Donne in Scienza” alla sua memoria, con la prima edizione del premio organizzato in suo nome. Nell'aula magna del rettorato, in una cerimonia bella, commovente e partecipata, infatti si è celebrata la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza con l’assegnazione del Premio Ursula Grohmann, concorso promosso dal Comitato unico di garanzia dell’ateneo sui temi delle donne scienziate e delle scienze, riservato alle scuole secondarie di secondo grado dell’Umbria, che hanno partecipato con straordinario calore e interesse.
«È un piacere essere davanti a un nutrito gruppo di giovani come voi – ha detto Oliviero - per ricordare Ursula, che ha fatto ricerca, creato una scuola di allieve e allievi: i suoi studi saranno di riferimento per il futuro. Il suo è un messaggio per rafforzare le vostre ambizioni. Seguite le vostre passioni e, lo dico soprattutto alle ragazze, guardate al mondo di scienza, tecnologia, innovazione con grande curiosità».

Dopo un intervento del professor Mario Tosti, le professoresse Anna Laura Pisello del Dipartimento di Ingegneria e, in streaming, Maria Francesca Cotrufo, del Natural Resource Ecology Lab Colorado State University, hanno poi condiviso la loro esperienza di scienziate. L’incontro si è concluso con l’assegnazione del premio al quale hanno concorso 15 scuole per il totale di 48 elaborati, con l’intervento delle professoresse Mirella Damiani e Maria Giovanna Ranalli dell’Università degli studi di Perugia e della dirigente del liceo Pieralli, Simona Zoncheddu, che ha concluso ricordando come «adesso abbiamo un faro in più. E il faro è la luce della nostra Ursula».
A vincere, con i premi consegnati - ha detto il rettore «in segno di continuità, uno dei doni che ci ha lasciato Ursula» - da Myriam e Pietro Carmignani, sono stati (per la prima categoria “Il racconto di una donna scienziata”) la classe 3S1 dell’IISST Orvieto, seguita dalla 3A del liceo classico Frezzi - Beata Angela di Foligno. Primo posto nella seconda categoria (“La scienza è bella quando la si guarda fino in fondo”) per la classe quinta dello scientifico dell’IO Salvatorelli Moneta di Marsciano, seguita delle classi 1BT e 2BT dell’International Campus IIS Patrizi Baldelli Cavallotti di Città di Castello.


La giuria ha inoltre assegnato delle menzioni di merito agli altri elaborati, in virtù della loro qualità e originalità, che sono state consegnate, fra gli altri, dal pro rettore vicario Fausto Elisei, dal direttore generale Anna Vivolo e dal direttore del Dipartimento di Medicina e chirurgia Vincenzo Nicola Talesa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero