«La famiglia è formata da un papà e una mamma? Ambra Giacomelli si dimetta». I parlamentari della Lega la difendono e le associazioni Lgbt insorgono.

Ambra Giacomelli
SAN GEMINI «Chiediamo le dimissioni immediate della presidente del consiglio comunale di San Gemini Ambra Giacomelli». Un attacco duro quanto chiaro da parte del...

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SAN GEMINI «Chiediamo le dimissioni immediate della presidente del consiglio comunale di San Gemini Ambra Giacomelli». Un attacco duro quanto chiaro da parte del coordinamento Umbria Pride che racchiude le associazioni Lgbt “Agedo Terni”, “Amelia Pride”, “Esedomani Terni”, “Famiglie Arcobaleno”, “Omphalos”, e dalle 6000 Sardine Umbria. Difeso a gran voce dai parlamentari umbri della Lega Valeria Alessandrini,  Luca Briziarelli, Stefano Lucidi, Barbara Saltamartini e Simone Pillon, che pubblicamente replicano: «solidarietà ad Ambra Giacomelli per aver affermato che una famiglia è composta da un papà e una mamma e non da genitore1 e genitore2».

Monta la polemica. Luca Montani e Michael Crisantemi, fondatori del movimento delle sardine umbro, dichiarano: «questa è una posizione sconsiderata verso una comunità, verso famiglie residenti nel territorio,  soprattutto verso l’inviolabilità del diritto e delle leggi dello Stato». «Non possiamo sentirci rappresentati dalle nostre istituzioni quando la presidente del consiglio, che pure dovrebbe assumere un atteggiamento super partes, si prende la libertà di rendere pubblico il suo livore. Non si rende conto di quale impatto potrebbero avere le sue parole sulle vite delle nostre famiglie e dei nostri figli?»
A San Gemini si  continuano a chiedere le dimissioni Ambra Giacomelli e l’intervento del sindaco Clementella, che però ancora tace. Interviene il coordinamento di Senso Civico: «reputiamo inaccettabile l'intervento di alcuni parlamentari della Lega per esprimere solidarietà alla presidente del consiglio comunale di San Gemini, destinataria di una richiesta di dimissioni da parte di alcune associazioni Lgbt e per i diritti dei bambini. Per noi i figli sono tutti uguali, sia che abbiano entrambi i genitori, uno soltanto o due dello stesso sesso. Tutti hanno gli stessi diritti e necessitano dei documenti anagrafici per poter usufruire dei servizi essenziali come gli altri».

«Agli amministratori – scrive in una nota Senso Civico - chiediamo di mettere in secondo piano la loro ideologia e dare la precedenza ai diritti di tutti i cittadini. Criticare un modulo anagrafico che ha solo la funzione di essere un documento è surreale come surreale è che si scomodino così tanti parlamentari, dei quali alcuni eletti anche in altri collegi. Le deputate e i deputati, cosi come le senatrici e i senatori, dovrebbero portare maggiore rispetto alle associazioni di cittadine e cittadini che pagano le indennità di cui beneficiano.  Invitiamo tutte le associazioni, le forze civiche e politiche a mobilitarsi in difesa della libertà di associazione e partecipazione politica e quindi dei movimenti che sono stati censurati da rappresentanti politici che dovrebbero rappresentare tutti i cittadini che pagano con le proprie tasse le loro indennità».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero