L’Umbria delle api e del miele fa il punto a Foligno tra bassa produzione grande biodiversità

L’Umbria delle api e del miele fa il punto a Foligno tra bassa produzione grande biodiversità
FOLIGNO - L’Umbria del miele ha una produzione più o meno...

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FOLIGNO - L’Umbria del miele ha una produzione più o meno equivalente alla metà della media nazionale. Il tutto nonostante una presenza di 3.071 apicoltori che si occupano di 48.700 alveari dei quali 38.200 sono su territorio umbro, mentre la rimanente parte viene gestita con la tecnica cosiddetta “nomade”. Di questo e di molto altro si parlerà, sabato e domenica, a Foligno, a Palazzo Trinci, in occasione di “MielinUmbria”, manifestazione unica nel panorama regionale giunta alla sua XXIV edizione, che proporrà una vera e propria “Festa dell’apicoltura” con mostra mercato, convegni, show cooking, laboratori per bambini, degustazioni con abbinamenti, visite guidate. L’obiettivo è sostenere e valorizzare l’apicoltura umbra. La presentazione, ieri a Foligno, ha visto gli interventi dell’assessore comunale Michela Giuliani, Romildo Beniamino presidente Natural Miele, Luca Ciampelli presidente Apau, Anna Setteposte. È stato lo stesso Romildo Beniamino a fare il punto sulla situazione del miele in Umbria. “Abbiamo registrato – ha detto Romildo Beniamino – relativamente alla produzione del miele il peso della siccità che ha determinato, nel complesso dell’incidenza delle mutazioni climatiche, una produzione scarsa. L’Umbria – prosegue – veve una condizioni particolare. Ha infatti un peso importante in relazione alla difesa delle biodiversità che sono molto diffuse, A fronte di ciò, però, il prodotto fa registrare numeri come detto corrispondenti a circa la metà della media nazionale. Basti pensare che nel 2021 la produzione è stata pari, in media, a 5 chilogrammi per alveare. Non ci sono, però solo le questioni climatiche. La via dell’agricoltura intensiva è altro fattore da cui non si può prescindere. Basti pensare che in Umbria non si produce più miele da girasoli. E non lo si fa più in forza dell’utilizzo di sementi ibride che, in quanto tali, non permettono la produzione del miele – ha concluso - da parte delle api”. Sostenere e valorizzare il mondo dell’apicoltura umbra è quindi l’obiettivo di MielinUmbria. La rassegna, promossa dal Comune di Foligno, realizzata con il sostegno del Gal Valle Umbra e Sibillini e organizzata dall’Apau – Associazione produttori apistici umbri e dall’agenzia Anna7PosteEventi&Comunicazione vede tra gli altri promotori anche Felcos Umbria e Naturalmiele. L’assessore al turismo, Michela Giuliani, ha sottolineato che la “rassegna è un evento unico nel panorama regionale e va nella direzione di promuovere l’apicoltura e proprio prendendo ispirazione dell’operosità delle api abbiamo organizzato visite guidate per scoprire gli antichi assi produttivi della città. L’itinerario prevede anche la visita alla Cereria”. Luca Ciampelli, presidente dell’Apau, ha ricordato l’importanza dell’appuntamento “perché ci sono incontri tecnici ma c’è spazio anche per chi si vuole avvicinare al mondo delle api”. La XXIV edizione di Mielinumbria si apre con il convegno “Costruire la filiera apistica” sabato 19 novembre nella sala conferenza di Palazzo Trinci, presenti, tra gli altri, il sindaco di Foligno, Stefano Zuccarini, Michela Guliani, assessore al turismo, Luca Ciampelli, presidente APAU, esperti del settore. Nel corso di “MieleinUmbria ci sarà la possibilità di far conoscere ai più piccoli il ruolo delle api che sono al servizio della biodiversità. Previsti laboratori che vanno dall’abbinamento tra miele e formaggi, acconciature a tema (a cura del CnosFap di Foligno), maschera al miele per il viso, piccole ‘ricette’ con miele e spezie. In programma anche lo show cooking “Strani amori: luna di miele per verdure di tardo autunno”: il miele come sorprendente complemento per le verdure di stagione.

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Il Messaggero